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{"filename":"d92d2f6a-f762-4e14-97cf-57435973417f.txt","exact_year":1902,"label":0,"year_range":"1901-1905","text":"Amatissimo Don R. Murri,\nincomincio oramai nell'epiteto con una sfacciataggine! Ma non saprei esprimere meglio quel sentimento ch'io provo alla dolce rimembranza delle belle sere passate in Montecatini 5, donde ritornai un po' troppo (è tutto merito Suo)... radicale, dissero agli amici. 'Sta volta mi trovo anch'io nel bel numero dei più i quali \"colgono l |
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{"filename":"0d9e4833-8088-4ccd-a397-8a950c92ecb2.txt","exact_year":1903,"label":0,"year_range":"1901-1905","text":"Vienna\n\nCaro don Murri,\nNon prima di ieri ho saputo della morte del suo caro genitore, a cui due anni fa ebbi l'onore di venir presentato. Accetti quindi le condoglianze mie e de' miei colleghi, e perdoni il ritardo. Quassù non arrivano che i periodici della S(ocietà) I(taliana) di C(ultura) e il Domani d'Italia che ora si legge pochino; sorte che tocca a tutte le gazzette ufficiali. Rimaniamo invece lettori ostinati della C(ultura) S(ociale) dell'At(hena) e delle . Ho preso tante volte la penna in mano per dire quello che pensavamo noi – osservatori disinteressati, ma attenti – della lotta svoltasi nella penisola, ma a chi sarebbe giovato? In Italia si discute fin troppo, si discute colla certezza che alla fine, non se ne farà niente. Così pensiamo noi, che ci troviamo in mezzo alla pratica della propaganda e a lato di un partito, come il c s che non è ancora studiato abbastanza, ma che se lo fosse, sarebbe una scuola di metodologia. Non ci accusi d'empirismo, ché abbiamo mandato a memoria la letteratura di due nazioni molto diverse in proposito.\nD'accordissimo poi con Lei nell'affermare che in Italia si studia poco. Soprattutto si studia male. Anche i giovani della nuova scuola, fatte poche eccezioni, si distinguono per un soggettivismo unico congiunto ad un'audacia spaventosa addirittura. La grande facilità dell'esprimersi sembra bastare a certi miei coetanei, per scrivere un trattato di filosofia. Giudizi generali ed avventati che scommetterei il 90 per 100, non saprebbero poi dimostrare, e un fraseggiare pieno di equivoci in questioni che non ne ammettono, un rispetto incalcolabile per tutto ciò che viene d'oltralpe – ecco come caratterizzo io certe produzioni. E, per essere sincero, anche la C s qualche volta cade nel difetto comune.\nNon so comprendere per esempio come il suo direttore lasci correre certi articoli in materia filosofica, che farebbero forse la loro figura nella Nuova Parola, la quale ha rinunciato fin da principio alle \"scienza\", all'\"oggettività\".\nElla mi opporrà che la C s vuole educare e formare e che quindi deve anche lasciar correre. Può essere. Ma non sarebbe meglio tirar su una scuola (temo che il termine non le piaccia) coi metodi dell'Ascoli in fillogia ? È vero, la rivista sua è di cultura, ma questa cultura, ma questa cultura dev'essere scientifica o no? Quando c'è un articolo di letteratura o di filosofia, si può pretendere che almeno tre quarti del lavoro sia uno studio e appena un quarto esposizione delle proprie idee. Ritorno proprio ora da una lezione di Naturphilosophie che uno dei più celebri fisici, il Boltzmann, tiene alla nostra università, e la critica che questo nazionalista ha fatto di tutta la filosofia tedesca, mi ha ricordato per contrasto l'ammirazione bambinesca, di cui certi giovani circondano ancora Kant e gli epigoni. Non potrebbe Ella, che ha scritto la rude verità in tante cose, scrivere ancor questa: che per non idolatrare S. Tomaso, non occorre proprio inchinarsi davanti a Kant, o che per lo meno, è necessario, prima di parlarne, averne visto almeno i cartoni?\nMi accorgo d'essermi lasciato trasportare ad uno sfogo; forse sono io che divento sempre più tedesco. Mi scusi e mi voglia bene lo stesso.\nParliamo d'altro. Il prof. Commer dà l'ultima mano alla prima parte di un libro intitolato Das Wesen des Kirche. Nella seconda parte vengono discusse tutte le più grosse questioni moderne. Non ci sodisferà forse del tutto, ma farà rumore. Cerchiamo di farne subito una traduzione italiana.\nUn'altra cosa. Il Trentino passa ora un periodo di crisi? Morto il vescovo, se ne fa un altro, ma quale? Finora i giovani marciarono avanti a gran passi, ma abbiamo dovuto usare la massima prudenza. Per non comprometterci non abbiamo mai preso posizione né di fronte alle lotte varie né a quelle dei c s, benché fosse noto per chi fossero le nostre simpatie. Se il futuro Vescovo sarà per noi, vogliamo vedere don Murri fra le nostre alpi, se non raddoppieremo la prudenza, ma anche il lavoro, fino che la D(emocrazia) C(ristiana) regni incontrastata. Come vede, metodi tedeschi. Di una cosa può essere sicuro, caro don Murri. Il fuoco acceso una volta tra noi dalla C(ultura) S(ocilae) non si è spento, ma continua, alimentato dalla legna c s tedesca, a divampare sempre più. E chi sa che non tocchi al seminatore di uscire dal suo corpo, ove gli fu impossibile lavorare, per trovare l'albero del suo seme! Con questa speranza io chiudo il letterone, che non doveva essere nell'intenzione dell'autore che \"due righe\" di condoglianza, mentre è diventato qualche cosa di tutto. Ma dal complesso Ella può ricavare con quanto interesse noi seguiamo le cose sue e quanto è grande ancora l'affetto di coloro che andarono a scuola dalle \"Battaglie d |
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{"filename":"4c7fe3b3-61fa-4095-a5dd-63e6b551eaff.txt","exact_year":1905,"label":0,"year_range":"1901-1905","text":"Altezza Reverendissima,\nPochi giorni dopo la partenza di V. A., in seguito ad invito, ebbi un colloquio con il Dr. Federico Funder, direttore della \"Reichspost\", il quale mi raccontò come nel partito c. s. faccia il giro la notizia di una prossima enunziazione da Roma contro il partito stesso, come anzi – sono le sue parole – s'aumentino le voci che il Santo Padre intenda di dichiarare in un prossimo documento che le norme emanate per la D.C. Italiana hanno valore anche per l'organizzazione c. s. Sua E. il Cardinale di Stato avrebbe anzi detto al commendator Schreiner di qui, in occasione di una recente visita a Roma: Dica ai c. s. di Vienna che quanto abbiamo scritto per gli Italiani vale anche per loro. I cristiano-soc. di qui – continuava il Dr. Funder – motivano questo fatto con informazioni unilaterali arrivate in Vaticano da parte del Tirolo e da parte di Sua E. il Nunzio, il quale non sembra vedere il partito c. s. cogli occhi degli antecessori, e concordare troppo colle opinioni personali della Corona.\nUn'enunziazione da Roma in questi sensi, disse il Dr Funder, avrebbe per effetto un enorme regresso della corrente cattolica pura entro il partito c. s., la quale corrente andrebbe ora rinforzandosi e, per volere dei capi, predominando. A proposito egli mi ripeteva le parole del Dr Gessmann, il quale è l'organizzatore del partito, il capo dello stato maggiore del Lueger, ed a un tempo il capo della corrente cattolica pure che va sempre più prendendo terreno: il Dr Gessmann diceva: Il partito ufficiale c. s. come tale, se non badasse che al punto egoistico di allargarsi in numero e forza, non se ne risentirebbe punto di una simile dichiarazione da Roma, anzi penetrerebbe anche nelle città di provincia in Boemia e nelle Alpi, dove ora non trova aderenti in causa della taccia di clericalismo, ma la corrente cattolica ne soffrirebbe immensamente. Queste considerazioni ha nno sempre guidato Leone XIII il quale considerava il partito \"die Partei in ihren Entwickelung zum Guten, nicht als feststehendes Ideal.\" Il Dr Gessmann ammette che nel Tirolo le cose hanno un altro aspetto. Ma anche laggiù la corrente c. s. chi la studia nel suo sviluppo, la trova oramai così intrecciata col compito che è destinato ad avere il partito c. s. nell'impero tutto, che un'enunziazione contro i c. s. di laggiù coinvolgerebbe lo sviluppo della corrente politica nell'Austria Inf.\nQuesto quanto mi fu detto. Come conclusione il Dr. Funder mi chiedeva se S.A. il Principe Vescovo di Trento, il quale è più che altri in grado d'essere in congiunzione con Roma e di cui si riconosce la posizione imparziale fosse adibile ad un colloquio con uno dei capi del partito centrale in via informativa e sotto la massima discrezione. E fece il nome appunto del Dr Gessmann, il quale entro il mese di Giugno, portandosi in Tirolo, coglierebbe l'occasione d'abboccarsi con V. A. Io senza entrare in altri particolari in argomento, risposi che comunicherei quanto ho sentito a V. A.\nIl Dottor Gessmann comprende di non poter, senza previa comunicazione, avvicinarsi a V. A. Egli troverebbe quindi opportuno che, sia pure in via indiretta, V. A. in due righe rivolte a me dichiarasse di trovare opportuno e di desiderare un colloquio informativo col Dr Gessmann.\nIo poi farei comunicare al capo c. s. quanto V. A. troverà opportuno di scrivermi.\nNel mentre compio il mio dovere di mediatore mi permetto d'esprimere la mia umile opinione nel senso che, fondate o no le premesse, un simile colloquio avrebbe però grande valore per la causa cattolica, e visto il futuro che aspetta in Austria al partito c. s. può porre V. A. in grado di giovare alla Chiesa. Pregando d'un cenno di risposta, mentre bacio il sacro anello, mi segno di V. Altezza Revma\ndevmo figlio\nAlcidegasperi\nVienna\nIX, Lazaretgasse 8. II St. T. 31\n"} |
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{"filename":"48a97640-8557-41ce-af18-a639107d4731.txt","exact_year":1908,"label":0,"year_range":"1906-1910","text":"Egregio signor avvocato,\nla Sua lettera, cortese nella forma, è nel contenuto un duplice aspro rimprovero ed in coda ha forse anche il sapore di un ultimatum. Mi permetto d'essere franco e, in quanto alla forma ascriva alla mia rudezza giovanile la deficienza dei periodi arrotondati. In principio Ella ha perfettamente ragione. La redazione non può modificare essenzialmente articoli di collaboratori firmati o evidenti per una sigla nota. Questa massima va mantenuta specialmente di fronte a persone in posizione di grave responsabilità. Fra queste viene certo in primo luogo un capo-club, il quale, fresco d'impressioni ed informazioni viennesi, manda al giornale un quadro sulla situazione politica. Modificare tale quadro in modo da non rendere esatto il pensiero di chi lo dipinse è cosa sconveniente, illlecita e pericolosa. Mi pare con ciò di accedere completamente al suo punto di vista circa i rapporti che devono correre fra collaboratori e redazione.\nNel caso concreto però non ritengo di avere oltrepassato i confini del lecito. Se ben ricordo, io non ho fatto che omettere l'ultima brevissima parte ch'esprimeva il suo pessimismo circa il Bienerth. Dei periodi scritti da Lei non ho modificato che formalmente l'ultimo, dandogli accento di chiusa lasciando in sospeso il giudizio sul nuovo ministero. Con ciò non mi pare d'aver toccato il suo pensiero. Resta la questione della convenienza. Certo se io mi fossi trovato inanzi ai suoi scritti per la prima volta, non mi sarebbe passato per il capo di smuovere una virgola. Ma nella lunga collaborazione sua ebbi tante volte occasione di omettere o abbreviare, quando la sua corrispondenza, giungendo da Vienna veniva sorpassata da annunzi telegrafici o quando necessità polemiche locali mi costringevano a non lasciar correre dei brani che potevano venir usati contro il giornale. Ella sa che ciò è anche avvenuto. Questa pratica di tolleranza credevo risalisse ad un suo tacito assenso. Mi sono sbagliato? Vuole Ella attenersi alla formale intransigente del \"tutto o nulla\"?\nE ne farò subito ammenda. La Sua collaborazione ha per il giornale maggior valore delle mie ragioni d'opportunità forse, e comunque, ben volentieri per quella sacrifico queste.\nConcludendo, voglia quindi tener conto del mio assoluto buon volere e ritenere ch'io, se Ella lo desidera, m'accontenterò di essere, di fronte ai suoi articoli che prego vivamente di mandare, uno scrupoloso correttore di bozze di stampa.\nDopo ciò, Ella mi permetterà di dire le ragioni dell'omissione. La finale era estremamente decisiva e lasciava facilmente dedurre un fiasco di tutta la politica parlamentare dei popolari. Io dovevo temere che, continuando su quel tono, i giornali avversari ne approfittassero per ripigliare la tregenda e ricantare su tutti i toni il gabbamento dei popolari colla loro azione economica ecc. Ciò si doveva evitare, tanto più che l'altro giorno si parlava di nuove elezioni, alle quali io non volevo credere; ma molti, fra cui il suo collega dr. G. erano impressionati dall'articolo del Fremdenblatt. Come vede sono ragioni di tattica locale, alla quale Ella potrà accusarci di badare troppo ma che noi invece ritieniamo siano siano da Lei troppo trascurate. Mi sono spiegato?\nEd ora al secondo capo d'accusa, ho pubblicato in forma non ufficiale e accentuando che si trattava di notizia approssimativa il programma dell' unione pol. e l'ho pubblicato sabato, perché proprio in quel giorno dovendo il Mattei partire per Roma ne dava notizia anche il bollettino dell'Unione popolare. Non mi pareva di dover rimanere addietro siccome con Lei in generale della faccenda avevo parlato durante la sessione dietale, non potevo dubitare che di massima non fosse d'accordo. La determinazione più esatta del tema contavo farla nell'annuncio ufficiale della presidenza, appena ricevuta la sua risposta. Ho proprio commesso un grande delitto?\nDomani pubblico l'appello della presidenza e il suo argomento verrà segnato com'Ella ha disposto. Solo La prego di venire e parlare se proprio non è assolutamente necessario il contrario. Bisogna pur dedicare anche un giorno alla propaganda! Il dr. G. e tutti ci teniamo molto alla sua relazione, nella quale verrà toccata anche la questione dell'assicurazione operaia, non è vero?\nSi dovette scegliere martedì perché il lunedì non è giornata d'adunanze generali; il parlamento non morirà per un giorno. La prego dunque. Ella vede che se sbaglio è per zelo di partito. L'ambizione personale c'entra, almeno in questa volta, pochino. Ritenga sempre per vero, malgrado le diversità di opinioni ch'io talvolta mi compiaccia d'affrontare, che nutro per Lei la massima stima e cordialità di sentimenti. Che importa se talvolta tocco bruscamente? È il mio difetto, è la mia virtù. Ma qualunque cosa esso sia, sono ben pronto a fare ammenda, quando si tratti di rendere giustizia al partito o porva d'affettuosa stima alle persone che vi collaborano.\n\nTr.\nCon ogni speranza\nDr. Degasperi\n"} |
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{"filename":"08b235e5-61d8-4bbb-a3ef-19a8336d54e1.txt","exact_year":1909,"label":0,"year_range":"1906-1910","text":"M. R. Signore,\ncontinuano in città e fuori le chiacchiere e i commenti contro i mutamenti avvenuti nel Collegio Vescov. I giornali se ne occupano ancora.\nLe spedisco alcuni ritagli, aggiungendo che qui manca il comento dell' A. A. che suppongo noto ed un altro apparso nei giornali d'Innsbruck il quale asserisce che i due ex direttori erano irredentisti.\nMi si è chiesto di smentire tali notizie; ma io, fino che non esiste un atto pubblico o non ne ho avviso da parte competente, non poso occuparmi di una cosa non ufficialmente nota. Non so se S. A. intende d'inaugurare il nuovo stato di cose in forma ufficiale, nel qual caso è data l'occasione di mettere le cose a posto. Altrimenti sarà buono autorizzare a stampare qualche cosa. Vedano loro, ché non è affar mio.\nSiccome domenica incominciano le mie vacanze, eventuali comunicazioni andrebbero fatte direttamente al M. R. Chelodi oppure all'on. Dr de Gentili.\nPresentando gli ossequi a S. A. Revma e cordiali saluti a lei mi segno\n\nTrento\nADegasperi\n"} |
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{"filename":"b0bd9502-5f2d-4446-8883-994b08853ae2.txt","exact_year":1910,"label":0,"year_range":"1906-1910","text":"Mi è stato impossibile ieri esprimerle tutta la mia gratitudine per la squisita cortesia con cui fui accolto e per la generosa ospitalità di cui fui onorato. Lo faccio oggi, mentre ho ne gli occhi ancora la verde tranquillità del lago e nei muscoli il ricordo dei remi. Al ringraziamento aggiungo sentiti auguri per le Sue imprese venatorie. Mi sono informato presso il Margoni, come stia la faccenda di M. di Ledro. È risultato che D. Sartori è debitore verso le casse di circa 50.000 cor che il buon uomo ha investito nelle scuole, nell'asilo e nelle altre aziende.\nOra si tratta di costituire le debite cauzioni che per parte della somma mancano. La revisione sarà completa appunto con tale atto che il Marg. solleciterà la settimana ventura. In quanto a Fiavè Valentini scrive oggi che l'ammanco sale a Cor 41.000. Il Margoni presuppone però che sia compreso il libretto che va calcolato estinto di 6000 cor così che l'ammanco reale risulta di 35000. Valentini fece già la sua deposizione in giudizio. D'ambedue le vertenze riferità esattamente a partite chiuse, cosa che accade di questi giorni.\nRimango colla massima devozione\nSuo devot.mo\nTrento\n\nAlcidegasperi\n"} |
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{"filename":"688ab052-6be4-4745-9227-df1fc0dd8640.txt","exact_year":1910,"label":0,"year_range":"1906-1910","text":"Egregio signore e collega,\nieri si è fatto cenno anche del legato Ciurletti. Io non ero informato della cosa e quindi non ho mosso obiezioni. Ora mi si assicura che il testamento parla espressamente di un oratorio di S. Francesco di Sales e che gli amministratori, i tre paroci e l'on. Silli, hanno già definita la vertenza con una convenzione, vecchia oramai da un anno. Mi pare quindi che il mettere nel protocollo che il legato venga adibito per la scuola dei discoli non faccia fare buona figura alla commissione e che sia meglio omettere tale inciso, tanto più che la Giunta ed il referente conoscono già la vertenza.\nSe però si dovesse insistere anche in tale accenno, La prego di lasciare in calce alcune righe libere per una mia contro operazione.\nChiedendo scusa e salutandola rispettosamente mi segno suo [dev.]\nA. Degasperi\nTrento\n"} |
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{"filename":"2d4d5ad0-0b11-46bc-b42b-9e156e4b69ff.txt","exact_year":1910,"label":0,"year_range":"1906-1910","text":"Onorevole signor avvocato,\nil Dr. Cappelletti, benché a malincuore, concede il suo \"tollerari potest\". Io stesso, se il corpo servisse un po' meglio all'energia volitiva, mi pentirei di non aver dimostrata maggiore intransigenza, perché incomincio a credere che i democratici hanno voglia di dimettersi quant'io di abdicare alla vita. Me ne ha infusa la convinzione una seduta seminotturna della commissione per la R. P. Bertolini ha incominciato col dire chiaro e tondo che i liberali metteranno l'iunctim fra la rp in municipio e quella alla dieta (idea dell'on. Antonio) e quando io in una lunga discussione dimostrai che non c'era parità di forze, perché, ad ogni modo, i popolari alla Dieta non possono mantenere quegli impegni che a Trento la maggioranza liberale può tradurre in atto, mi ribattè coi soliti accenni all'onnipotenza del nostro partito e che se si vuole ... cretinerie insomma che Bert. dice sapendo benissimo di dirle. Gli altri tre signori dissero sempre meccanicamente di sì. Ma il bello venne poi. In concreto B. propone una riforma fatta secondo il cuore di Briand \/ scilicet parva ... \/ cioé la maggioranza dei mandati (i primi tre corpi p.e. ) venga eletta secondo il vecchio principio di maggioranza e il resto secondo la rp . L'ho presa da filosofo ed ho fatto osservare che il conchiuso municipale era proprio viceversa, ma l'uomo se ne rise.\nPer finire s'è votata in fretta l'aggregazione della commissione di un socialista e tale voltafaccia del B. ritengo un tiro per guadagnar tempo e menare il can per l'aia. Ma io non ho nessun intenzione di fare il cane. In autunno, se avrò lena e tempo promuoverò una tale agitazione, ché a B. passerà la voglia di prenderci a gabbo.\nEd ora veda almeno l'on. Giunta a non dare appiglio a codesti signori di credersi dalla parte della ragione.\nCi caricano d'imposte in modo che i nostri istituti gemono sotto i pesi insopportabili e dopo ciò pretendono il perpetuo dominio per amministrarci colle belle prove che danno! Spero che nella motivazione venga detto esplicitamente: essere i ricorsi, in tanto in quanto si basano sulle obiezioni e sulle proposte mosse dalla minoranza al [....] 1901, fondati, poiché attuando tali proposte sarebbe possibile evitare almeno per ora la tassa sul locativo; cosa tanto più desiderabile, in quanto che il casatico e le altre tasse hanno raggiunta un'altezza inverosimile; doversi ritenere che le angustie del bilancio impongono anche maggiore parsimonia ed equità nel sovvenzionare società od istituti privati.\nLa Giunta non ritiene tuttavia di accoliere i ricorsi, perché l'amministrazione municipale di Trento le partecipò un fatto nuovo che non venne discusso né in Consiglio né nella pubblica stampa, alle cui obiezioni i ricorrenti si richiamano cioé che la C. di R. con riguardo alla situazione generale finanziaria della città nega la concessione del mutuo qualora non venga introdotto il locativo. Siccome tale mutuo è necessario in gran parte per coprire spese già fatte e per completare lavori in corso, la giunta non si sente in grado di impedire l'attuazione del programma finanziario voluto e votato dalla maggioranza municipale.\nPretendiamo troppo? Mi pare che sia il minimo affinché evitiamo di attaccare anche l'on. Giunta.\nSperavo di poterle far visita nella Sua Tiburtina ma i viaggi non mi confanno per intanto.\nLe auguro tutti i ristori ed i conforti che si ripromette dalle aure avite e dalle cure famigliari e che si \"accomodi\" per davvero e di buona volontà, dopo essersi accomodato alla politica della nostra santa e felice Monarchia per forza ed in considerazione dei peccati del genere umano.\nPresento i miei ossequi alla Signora ed i saluti alle signorine condendoli con un sempre maggior rispetto, quanto più sanno di latino.\n\nTesero\nDevot.m Suo Degasperi\n"} |
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{"filename":"b72c8000-81c1-4f34-913e-da34116c6fd2.txt","exact_year":1910,"label":0,"year_range":"1906-1910","text":"Altezza Reverendissima,\nla condoglianza e la benedizione del Vescovo ha nno recato grande conforto a tutti noi, che ne siamo profondamente riconoscenti.\nIl colpo fu terribile ed ha squarciata la quercia, dalla quale non molto tempo fa si era staccato il ramo più rigoglioso.\nTuttavia noi raccogliamo tutte le energie della nostra umanità, fortificata dal Cristo, ed attingiamo nuovo succo vitale dalle radici che la Mamma aveva piantate fonde, fonde nel patrimonio religioso degli avi.\nIn quanto a me, raccolti assieme i rami infranti e le fronde sparse, e riconfortato, come giova, il povero papà, ritornerò al mio posto di combattimento, confidando che la scossa della mia salute sia momentanea ed il Signore non voglia pesare più oltre la Sua mano benedetta su di noi.\nAccolga, Altezza reverendissima, l'espressione di figliale ossequio col quale noi, comunque sia l'ora che passa, rimaniamo devotissimi.\n\nTrento\n\na nome di tutti i famigliari Degasperi\nAlcide\n"} |
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{"filename":"714d8cee-676b-4949-9645-403e618c904a.txt","exact_year":1911,"label":0,"year_range":"1911-1915","text":"Spettabile presidenza della Magnifica Comunità,\ndevo purtroppo comunicare che i passi fatti da noi e dall' ing. Fogowitz presso il ministero della ferrovie ci fanno temere che la revisione della traccia si potrà avere solo nei mesi di aprile e maggio 1912. Il ministero pretende che l' ing. Fogowitz presenti anche il profilo longitudinale dei vecchi progetti Egna-Cavalese e Lavis-Cavalese.\nBenché la pretesa abbia tutto il colore di un pretesto di tirar innanzi. Ho pregato l' ing. Fogowitz di presentare anche questo lavoro, ciò ch'egli farà entro breve tempo. Ma è oramai prevedibile che la revisione non si potrà avere prima dell'inverno e quindi si dovrà rimettere all'inizio della primavera.\nCirca i lavori della strada presso Moena, comunico che il ministero dei Lavori pubblici propose a quello delle finanze una sovvenzione di corone 6200.\nColla massima stima\nDegasperi\n\nTrento\nP.S. - Avverto che il telegramma comparso nel \"Trentino\" dei 13, secondo il quale il Luogotenente avrebbe conferito a Vienna coi deputati dietali per un programma di lavori della prossima sessione non corrisponde alla realtà, se sotto i \"deputati dietali\" si volessero intendere anche i deputati trentini.\n"} |
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{"filename":"c8a73f3b-2ebf-4d5f-b483-ed1fa0d99f0c.txt","exact_year":1911,"label":0,"year_range":"1911-1915","text":"Trento\n\nIllustre signor podestà,\nin risposta alla Sua cortese di stamane, m'affretto a ringraziarla per il Suo interessamento e ad assicurarla che la sua proposta mi è estremamente gradita.\nSenonché già questa sera, come d'accordo, ho dovuto comunicare al nostro signor presidente Dr. Conci le mie impressioni. Trattandosi del resto d'ipotesi senza forma concreta e non trovandoci noi di fronte ad una proposta che qualcuna delle parti abbia fatta sua, allargare la discussione sarebbe forse, secondo il mio sommesso parere prematuro.\nSeguendo tale criterio ed incontrandomi in ciò anche coll'opinione da Lei espressa nel colloquio confidenziale di ieri sera, abbiamo stamane – di fronte ai membri del comitato tramviario di Fiemme e di Cembra – discorso delle eventualità che si potrebbero presentare in termini del tutto preliminari e concludendo colla raccomandazione che si volesse provvedere, affinché l'impegno preso per la finanziazione della ferrovia rimanesse illeso da qualunque nuovo assetto amministrativo della Comunità generale.\nNon mancherò del resto di comunicare le Sue vedute ai colleghi, come mi farò scrupolo di riferire esattamente all'on. Conci – a titolo d'informazione personale e confidenziale – la conclusione ch'Ella ne traeva: doversi sostenere con tutte le forze il compromesso non ammettendo all'ultimo, qualora ragioni tattiche lo imponessero – un'attuazione graduale, se non come acconto.\nInfine dall'intenzione colla quale a nome dei colleghi mi sono rivolto a Lei, signor podestà, e dal colloquio stesso Ella ha saputo certo ritrarre la convinzione che i deputati popolari intendono strappare all'attuale situazione il miglior bene possibile per il nostro paese, in prima linea per gli interessati, Fiemme, Cembra e Trento, indipendentemente dal momentaneo carattere della nostra amministrazione locale.\nAccolga frattanto gli ossequi e gli auguri del Suo devotissimo\nADegasperi\n"} |
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{"filename":"75ff0428-3a02-4d4a-86ad-2268410c560b.txt","exact_year":1912,"label":0,"year_range":"1911-1915","text":"Altezza Reverendissima,\nDon Gentili mi ha fatto leggere la lettera che V. A. gli ha spedito.\nVi si fa largo cenno di provvedimenti che s'intendono prendere per la direzione dell'azione cattolica.\nQuale membro della presidenza e quindi, fino a nuove elezioni, corresponsabile diretto nell'indirizzo del movimento cattolico vorrei permettermi la preghiera che V.A. non s'impegni per nessuno dei provvedimenti accennati prima che anche il sottoscritto abbia avuto occasione di esprimere il suo parere. Sarò a Trento probabilmente sabato.\nCirca l'appunto che nella lettera viene fatto al giornale, nella cosa devo consentire, se penso specialmente al contenuto ed allo stile dell'appello del \"comitato convocatore\" per la protesta contro il Podrecca. Io era e rimango contrario al comportamento tenuto dai nostri contro la tentata conferenza e già mercoledì avevo telegrafato al \"Trentino\" in tale senso. Anche don Gentili, quando, ad adunanza convocata, fu informato da Piccinini telegrafò che si evitasse un movimento provocante una reazione. A Trento però si pensava e si agiva diversamente e, perché Mons. Zorzi aveva telegrafato a Don Gentili, ne dedussi che V. A. fosse d'accordo di lasciar fare e che i promotori, agendo contro la n ostra opinione, potessero richiamarsi ad un consenso superiore.\nAd ogni modo qui la mancanza starebbe nella direzione del giornale ed ad essa non si può rimediare con mutamenti nella presidenza del Comitato, il quale non vorrà certo statuire sul \"Trentino\" un doppio governo.\nUlteriori dichiarazioni, qualora V. A. vorrà permetterlo, a voce.\nFrattanto, con ogni ossequio, bacio il sacro anello e sono devotmo\n\nVienna\n\nf. Degasperi\n"} |
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{"filename":"e87897d3-cbf2-4d72-ad46-517cc3fbc553.txt","exact_year":1912,"label":0,"year_range":"1911-1915","text":"Onorevole Presidenza,\nl'on. Gentili ed il sottoscritto hanno avuto ierl'altro al Parlamento e stamane al ministero delle ferrovie due lunghe conferenze col ministro delle ferrovie, rispettivamente col caposezione Ressig e col cons. minist. Brosch del dipartimento tecnico. Le trattative sono procedute fino al punto che il Ministro ha dichiarato di voler in ogni caso finanziare la ferrovia senza la partecipazione dei Bolzanini e col contributo della Comunità.\nSono poi state da parte nostra formulate tutte le questioni in modo che, almeno per la fine del mese, il Ministero risponderà dettagliat amente per parte sua (rimanendo impregiudicata la posizione del Ministero delle finanze), dando così la base concreta per le trattative con le parti interessate.\nNoi facciamo ogni sforzo per spingere i signori ad una decisione, ma d'altro canto ogni più piccola questione tecnica e finanziaria si presta per trascinare la vertenza.\nIl Ministero non s'è ancora dichiarato se intende giungere fino a Moena o solo fino a Predazzo. Naturalmente noi abbiamo insistito per Moena. È probabile ch'esso prepari due piani di finanziazione l'uno per Moena, l'altro per Predazzo, lasciando poi alle future trattative cogli interessati il compito di scegliere definitivamente.\nPosso ancora annunziare che il Ministro, richiesto se fosse vero quanto annunziavano i giornali, che il baron Sternbach sia stato mandato in Fiemme, quale emissario del governo, rispose francamente di non conoscerlo nemmeno e di non averlo autorizzato a fare dichiarazioni in nome suo o del governo circa la questione di Fiemme.\nCon ogni osservanza\nA Degasperi\n"} |
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{"filename":"a096ad35-51ed-4869-b0ee-2169414ffae7.txt","exact_year":1913,"label":0,"year_range":"1911-1915","text":"Trento\n\nSpettabile Presidenza,\nmi onoro di spedirle una copia della lettera che S.E. il Ministro delle ferrovie mi dirigeva in data 12 aprile.\nPer circostanze indipendenti dalla mia volontà non mi fu dato di potergliela consegnare immediatamente, come sarebbe stato mio desiderio.\nCodesta lodevole Presidenza rileverà subito l'importanza e l'urgente gravità di tale documento. Sono in esso contenute e determinate le proposte per l'attuazione della ferrovia. Siccome ci è noto che la dichiarazione ministeriale ha avuto previamente l'approvazione del Ministro delle finanze e della Presidenza dei Ministri, essa va riguardata come un impegno definitivo da parte del Governo.\nNon sfuggirà certo a V.S. che è riuscito alle pratiche lunghe e laboriose condotte dai deputati di migliorare la proposta vocale del 5 luglio 1912, riducendo il previsto contributo della Comunità in azioni di fondazione di Cor 300000 ed aumentando d'altrettanto la partecipazione dello Stato.\nIn tal maniera il sottoscritto ed i suoi colleghi hanno la coscienza d'aver fatto il massimo sforzo possibile per trarre il miglior vantaggio dalle presenti circostanze politiche e finanziarie.\nMi segno frattanto di codesta lodevole Presidenza\n\nTrento\n\nDevot.mo\nADegasperi\n"} |
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{"filename":"250c57d6-2a98-4be0-bd70-dcbcb4818a22.txt","exact_year":1916,"label":0,"year_range":"1916-1920","text":"Ai 2 giugno 1916 con lettera raccomandata l'\"Amministrazione del Comitato Diocesano\" m'avvertiva \"d |
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{"filename":"8f55d591-8ed9-4817-9307-509c370787cc.txt","exact_year":1916,"label":0,"year_range":"1916-1920","text":"Spettabile Direzione,\na complemento delle mie comunicazioni vi prego di avvertire che le monache, le quali desidererebbero venire a Braunau, sono precisamente 8, 5 a Mitterndorf e 3 sono ancora a Lilienfeld, Austria Inf. assieme a 7 orfane dell'orfanatrofio di Mori. Sarebbe desiderabile che addirittura venissero accolte anche le tre suore di Lilienfeld. Aggiungo ancora ch'esse desidererebbero portar con se le 6 o 7 orfane che hanno in loro cura da anni, le quali altrimenti dovrebbero separarsi ed entrare a Mitterndorf. Un paio di queste orfane sono già ragazze fatte e disimpegnano da tempo certi servizi nell'istituto. Non crederei nocivo accogliere tutti. Ma in ogni caso raccomando le suore e prego di scrivere in tale senso al Capitanato di Lilienfeld für die Übersiedlung der 3 barmh. Schwestern aus Mori.\nCon ossequi\nVienna\nADegasperi\n"} |
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{"filename":"2406d4db-28e5-4141-b698-ce31ad1b84f4.txt","exact_year":1917,"label":0,"year_range":"1916-1920","text":"Il signor Bonetti richiama la Sua attenzione sulle condizioni economiche oltremodo precarie di D. Bettin. Crede che si dovrebbe o ottenergli dall'Ordinariato il posto che aveva P. Eustachio o ottenergli dall' Uberwachungsamt il costo del Lager, come D. Framba.\n\nADeg\n"} |
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{"filename":"b03d2c13-7ed2-469b-8156-b9cca8f0bff4.txt","exact_year":1917,"label":0,"year_range":"1916-1920","text":"Signora v.a Rizzi\nSt. Florian bei Enns\n\nIl ministro della difesa del paese mi comunica già in data 1 agosto, le lettera per sbaglio è andata a Trento, che la trattativa per la liberazione della sign. Bice è in corso e nei prossimi giorni sarà risolta.\nCord. saluti\nA. Degasperi"} |
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{"filename":"6f722c9d-cddd-44af-9225-1f3d883d6dad.txt","exact_year":1917,"label":0,"year_range":"1916-1920","text":"Signora\nEnrichetta Rizzi\nSt. Florian bei Enns\n\nLa supplica è stata presentata e raccomandata caldamente; ma non ne so ancora l'esito.\nAnche per il signor Volani feci quanto mi raccomandava nella sua lettera; ma i rimpatri sono tutti sospesi.\nCon auguri\nDev.\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"e786270d-c3eb-44dc-bc5e-2b67ef28c1df.txt","exact_year":1918,"label":0,"year_range":"1916-1920","text":"Egregio Prof.\nGino Onestinghel\nCloz\n\nGiammai mi ha tormentato problema più grave di questo. Due termini sono possibili: 26\/9 o 3\/10. Se potessi partire davvero lunedì per il contrastato viaggio, potrei dire: 26\/9. Ma non essendo ancora oggi, sabato, arrivato il permesso, so io che là fuori non facciano ostruzione e mi trascinino per entro la prossima settimana tanto da far tardi per il ritorno? Ond'è che mi piego verso i 3\/10, termine troppo lontano anche questo per essere sicuro, ché nel frattempo si può convocare la Camera o mi si può volere ad una commissione, marinata già due volte. Tali e tanti ostacoli oppone il presente da mettermi in dubbio quel Convito che voi, dotti e veggenti nel passato, dedicate all'avvenire. Tutto ponderato però, concentro le mie speranze sul 3\/10 e sottometto questo termine al vostro volere, per cui non vi faccia velo alcun immeritato riguardo ad uno spettatore di più, quale può essere al massimo il sottoscritto.\nNetta insomma, se altro non lo impedisce o difficoltà, il 3 ottobre, vigilia di S. Francesco. O che li frati...\nIn tal caso il problema è insolubile. Ma creda alla mia buona volontà e mi tenga per suo aff.\nDeg\n\nOssequi alla signora\nCavareno\n"} |
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{"filename":"25707e4a-bf7b-4034-bc9b-2efebf94ab04.txt","exact_year":1919,"label":1,"year_range":"1916-1920","text":"Al regio governatorato\nTrento\nIl sottoscritto Dottor Alcide Degasperi direttore del nuovo \"Trentino\", intende pubblicare prossimamente un periodico settimanale nel formato del nuovo \"Trentino\" e col titolo \"il popolo Trentino\". Il settimanale s'occupa degl'interssi degli operai e dei contadini e nella parte generale segue il programma del quotidiano. Esso verrà stampato nella Tipografia Tridentum, via Alfieri e quale redattore responsabile firmerà Francesco Larcher, impiegato presso la suddetta Tipografia.\nTanto si partecipa, in corrispondenza, alle leggi vigenti.\nTrento\n"} |
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{"filename":"653b7f73-eec0-4430-bf70-a80d775d7fdf.txt","exact_year":1919,"label":1,"year_range":"1916-1920","text":"Predazzo, Val di\nFiemme\nCaro Micheli,\nti scrivo dalla montagna ove mi raggiunge oggi 6 agosto il tuo telegramma. Di qui innanzi, per 15 giorni ancora, meglio telegrafare a Conci o Gentili, che sono a Trento. Il mio telegramma diceva che ignoravamo il testo preciso dell'art. 21 riguardante le terre redente; ma ci ha colpito una cosa: in quella dizione il governo è autorizzato sic et simpliciter a stabilire il termine delle nostre elezioni.\nA noi parrebbe che tale autorizzazione dovrebbe venir concessa, solo in tanto in quanto non è possibile che le nostre elezioni coincidano colle elez. generali italiane cioè in tanto in quanto per il giorno dell'indizione delle elez. generali, non sia proclamata ancora l'annessione. Questo sottinteso non è affatto espresso nel testo dell'art. 21 che conosciamo; eppure esso ha valore di principio e anche pratico. Perfino ultimamente, dopo le dichiarazioni Nitti in nostro confronto, il comm. Salata, direttore gen. dell'ufficio terre redente ha lasciato capire che le elezioni da noi si potranno fare molto tardi. Bisogna quindi vegliare e premunirsi. Sarebbe quindi forse consigliabile d'inserire un inciso press'a poco così: Il governo è autorizz. ecc. - “in tanto in quanto non sia stata proclamata l'annessione prima dell' indiz. delle elezioni generali”.\nLa seconda nostra preoccupazione riguarda la circoscrizione. Se è obbligatorio un minimo di 10, nel Trentino bisognerebbe includere anche il territorio tedesco (il Trentino ne aveva prima 9, l'Alto Adige 4 (una parte di un collegio resta al di là) ossia 1 deputato ogni 40 mila ab. circa). Con ciò si rischierebbe di spingere i tedeschi a combinare tra loro una lista nazionale, ciò che dal punto di vista italiano credo doversi evitare. Quando abbiamo telegrafato, non conoscevamo però l'ultimo voto, per cui nelle elezioni prossime come minimo vale 5. Forse quindi una modificazione non è per ora urgente. Ma non perdete di vista questa preoccupazione d'indole politica.Un terzo punto riguardava le incompatibilità che erano previste dalla vecchia legge italiana e vengono mantenute nella riforma elettorale attuale. Come si possono applicare tali disposizioni a delle regioni con un'amministrazione provvisoria, ove tutti gli amministratori locali sono ufficiali dello stato. [Es. Conci è attualmente commissario dell' amministraz. autonoma prov. In base alla legge elett. non potrebbe porre la sua cand ida tura. Come il suo molti altri casi.] Ma allora ciò equivarrebbe a rinunciare alla collabor. dei più capaci proprio nel periodo della riorganizzazione! Inoltre le disposizioni non si possono semplicemente applicare, perché noi non possediamo ancora l' ammin. prov. e com, italiana, anzi vogliamo mantenere la nostra. Sarebbe quindi indispensabile che nell'art. 21 il governo venisse autorizzato a derogare per queste elez. dall' applicaz. delle disposiz. riguardanti l'incompatibilità.\nAggiungevo poi nel telegramma che Conci a Roma aveva consegnato a D. Sturzo il materiale da te richiesto per l'interrogazione. Sono giornali che contengono tutti gli articoli pubblicati in materia.\nConci mi dice d'averli consegnati ad un segretario di Sturzo. Forse Cingolani? Fa di cercare questi n. del “Trentino”.\nInfine dicevamo che, comunque riusciste a stilizzare l'art. 21, sarebbe opportuno che Nitti ripetesse innanzi al Parlamento gl'impegni assunti da lui in vostro confronto circa le elezioni nelle terre redente, d'ogni specie. È doloroso che questioni così gravi, come la circoscrizione vengano demandate semplicemente al governo. Ov'è il diritto di condeterminazione? È vero che anche voi non avete che la commissione dei 14, ma noi, niente! Non so quale proposta pratica suggerire, perché anche la commissione dei 14 per noi non so che cosa significherebbe.\nLa circolare Nitti sull'amministrazione delle terre redente ha fatto ottima impressione, ma la pratica?\nCredaro ha incominciato col chiamare al suo commissariato come suo adlatus l'on. Peterlongo, uomo che personalmente ritengo equilibrato e non settario ma che militò sempre nel campo liberale-democratico ed era di tale partito rappresentante nella giunta provinciale. Capirai che i nostri sono impressionati. Nell'ufficio scolastico su 6 ispettori, prof. o maestri collaboratori, 5 sono nostri avversari, uno solo, in un posto secondario, è della Tommaseo. Converrà pure ristabilirvi un po' d'equilibrio per tranquillare i maestri e le coscienze!\nSpero che questa mia ti giunga ancora in tempo. Io sono qui da due giorni in riposo, perché fisicamente mi sento esausto.\nDelucidazioni in dettaglio potrà sempre darti il prof. Ciccolini, già nostro deputato provinciale, ora in Roma, Beatrice Cenci 7a, presso l'associazione irredenti.\nEsprimendo la nostra ammirazione per la tua opera infaticabile, aggiungo i più vivi auguri, nella ferma convinzione che potremo lavorare anche in seguito a beneficio del paese e per la grandezza d'Italia\ntuo aff.mo\nAlcide Degasperi\nP.S. Nella discussione sul trattato coll'Austria voi dovrete prendere un attegg. chiaro circa i tedeschi dell' A. Adige. Rimanendo indiscutibile il confine strategico, piena autonomia ai tedeschi ecc. Ma ci sarà, credo, tempo di discorrerne.\n"} |
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{"filename":"39ac8670-0523-4ae6-8eda-6cdc34a8d2ba.txt","exact_year":1920,"label":1,"year_range":"1916-1920","text":"Caro Sturzo,\nti presento il conte Lanza, professore universitario di diritto penale, insegnante prima della guerra alla facoltà giuridica italiana d'Innsbruck, ove era assai amato dai nostri studenti ed apprezzato nei circoli scientifici. Egli aspira alla cattedra di diritto penale dell'università e desidera d'essere raccomandato da te al prof. Tangorra. È uomo di valore e di principi nostri. Ottimo conferenziere e facile scrittore potrebbe poi mettere la sua opera a disposizione del nostro movimento culturale e sociale. Conci, Gentili ed io lo conosciamo da lungo e da vicino; te lo raccomandiamo quindi caldamente.\nDist saluti\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"a1f1d5f4-12f8-42ef-8ba2-29a271a40688.txt","exact_year":1920,"label":1,"year_range":"1916-1920","text":"Trento\n\nMolto Rev. signor professore,\nritornato a Trento mi viene trasmessa la lettera a Lei scritta da don Perli.\nSono desolato per la persistente guigne che accompagna ogni nostra azione in Giudicarie. Questa volta però non intendiamo assumere la responsabilità di una situazione, che viene aggravata dai colpi di testa di quel rev. signor decano.\nIn occasione di una conferenza a Tione, ebbi uno scambio d'idee coi fiduciari del distretto. In tale convegno, al quale presenziava anche il signor decano, fu deliberato: di non promuovere per ora almeno alcuna organizzazione specifica per i contadini, ma d'intensificare invece la propaganda al partito popolare. A tale scopo si doveva mandare un conferenziere da Trento che girasse tutto il distretto.\nIo promisi di fare il possibile per mandare tale conferenziere pur non nascondendo le difficoltà che avrei incontrato. A tale uopo pregai il signor decano di mandare al nostro ufficio una specie di calendario delle conferenze.\nLa cosa mi fu anzitutto difficoltosa, perché Don Perli mi dichiarò, dopo il convegno, di non volere assolutamente l'ing. Ferazza che mi proponevo di mandare.\nNon mi rimaneva che incaricare il Dr. Piccinini, il quale s'impegnò di andare in Giudicarie appena le sue funzioni presso la Banca Cattolica gliel'avrebbero permesso. Egli non seppe d'essere libero che venerdì, telegrafò quindi al signor decano che provvedesse per domenica e lunedì. Si trattava di fissare intanto due conferenze, per non perder tempo, rimettendo il resto dell'itinerario ad un'intesa vocale. Piccinini era disposto a rimanere in Giudicarie anche una dozzina di giorni. Per tutta risposta Don Perli telegrafò: stia a casa.\nA parte la sconvenienza del tono, col quale il signor decano ci tratta pubblicamente da chierichetti lascio giudicare a Lei se era questo il modo di troncare ogni intesa.\nIn quanto agli accordi col Carbonari, noi non ci entriamo affatto; abbiamo anzi concluso nel convegno succitato non essere opportuno far della propaganda per l'organizzazione di classe. Ad ogni modo abbiamo sempre sconsigliato qualsiasi accordo con i propagandisti i quali non sono liberi di disporre del loro tempo.\nLe rimetto, signor professore, queste osservazioni perché ne faccia l'uso che crede. Le sarei però grato se facesse sapere al M. Rev. Don Perli che mi credo in diritto, dopo quanto è avvenuto, di comunicare direttamente alle sezioni per qual motivo il giro di propaganda non s'è potuto fare.\nAccolga i sensi del mio più vivo ossequio\nDevotissimo\n\nIl Segretario\n\nPer cortese notizia\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"0ec45a79-0bfa-4905-b5eb-5d2d983e9744.txt","exact_year":1920,"label":1,"year_range":"1916-1920","text":"Trento\n\nEgregio avvocato,\ncon riferimento alla Sua dei 15 giugno, Le confermo che essendo venuto una volta durante la guerra per pochi giorni da Vienna a Trento, v'incontrai il sign. Prada, il quale mi descrisse con molti particolari l'azione ch'egli aveva avviata presso le autorità superiori a Innsbruck ed a Vienna contro il Dr. Muck e il cons. Zauber. Mi pare che in quell'occasione mi mostrasse anche una copia delle proteste o dei memoriali da lui inviati contro il Muck, onde io gli dissi: \"badi a quello che fa, poiché a questo modo finirà in galera\".\nNon saprei precisare la data, ma giacché mi era interdetto di venire a Trento prima della riconvocazione del Parlamento, penso che non possa essere stato prima del 1917.\nCon ogni osservanza\nDegasperi\n\nAll'avvocato Dottor\nGINO MARZANI\nTRENTO\nVia Mantova 6\n"} |
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{"filename":"43d40cd0-1073-44a7-9181-551790c0b6e1.txt","exact_year":1921,"label":1,"year_range":"1921-1925","text":"Trento\nReverendissimo Monsignore,\nElla ha avuto la cortesia di chiedere il nostro parere sull'ulteriore pubblicazione della Fiamma coi tipi della tipografia Tridentum. Credo interpretare il pensiero della Direzione che, com'Ella sa, ne discusse nella riunione di lunedì scorso, esprimendomi nei seguenti termini.\nIn via normale non è certo desiderabile che uno stabilimento, diretto da amici nostri, renda possibile la pubblicazione di un periodico che, in linea politica, non è tenuto ad ispirarsi alle direttive del partito popolare. Crediamo quindi che se si trattasse di un lungo periodo l'amministrazione della Tridentum, prima di prendere impegni, farebbe cosa opportuna se promuovesse un'intesa fra l'editore della Fiamma e la Direzione regionale del partito.\nMa giacché la sistemazione dei nostri periodici è ancora in corso di attenuazione e d'altro canto non si può disconoscere che la Fiamma ha fatto, per certi riguardi, propaganda assai utile, noi siamo del parere che il contratto di stampa si possa rinnovare per un breve termine, entro il quale sarà possibile trattarne più estesamente ed in rapporto alla pubblicazione di altri periodici.\nContemporaneamente però ci permettiamo di pregare la spettabile Presidenza del C.D. a voler raccomandare all'editore di Fiamma di essere durante il periodo elettorale, estremamente guardingo nell'ac cogliere articoli di carattere politico affinché gli avversari non ne possano trarre giovamento coll'opporre tali pubblicazioni alle direttive della firmata Direzione, interpretate in prima linea dal N. Trentino.\nCon ogni più cordiale ossequio\nP.P.I. Direzione regionale di Trento\nIl Segretario\nDegasperi\n\nAl Rev.mo Mons.\nGUIDO Dr. de Gentili\nPresid. del C.D.\nTRENTO\n"} |
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{"filename":"7b568ac7-77d0-4e0a-90a2-bfaf1e87dcfe.txt","exact_year":1921,"label":1,"year_range":"1921-1925","text":"Caro Micheli,\nnel Trentino si va sviluppando un'agitazione di protesta contro di me e colleghi, accusati di aver trascurato di promuovere la costruzione delle progettate ferrovie elettriche trentine. L'agitazione proviene dal fatto che colà si crede ancora che i finanziamenti delle ferrov. locali si assicurino in leggi speciali, come accadeva in Austria.\nPer chiarire la situazione autoritativamente, io avrei bisogno di una lettera del vs. Ministero, la quale dicesse 1) che s'intende estendere anche alle N. Provincie la legge sul sovvenzionamento chilometrico delle ferrovie locali elettriche, previo acconto coll'Ufficio Salata 2) che mi dicesse lo stato della pratica riguardante due di tali ferrovie Malè-Fucine; trovasi innanzi al Consiglio Sup. del Lav. Trento-Tione o Giudicarie, presentata già l'anno scorso al Ministro dei LLPP .\nCon ossequio\n\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"03528325-d09a-42b4-b977-5c95221db574.txt","exact_year":1921,"label":1,"year_range":"1921-1925","text":"Caro Granello,\nscrivo contemporaneamente una lettera-memoriale all'on. Salata.\nNon so se si arriverà ancora a tempo, e mi dispiace di non averne saputo in luglio. Mi pare che anche tu sia una vittima della bell'armonia, con cui si lavora fra Trento e Roma.\nSarò a tua disposizione, se mi potrai suggerire qualche altro modo di giovare alla tua giusta causa.\nGrazie del tuo interessamento.\nVado migliorando, ma questa volta ho forzato troppo!\nCordiali saluti\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"eb086c6d-cdf7-41b0-a430-d39d88c32403.txt","exact_year":1922,"label":1,"year_range":"1921-1925","text":"Roma\n\nA SUA ECCELLENZA\nL'ON. MEDA AVV. FILIPPO\nDeputato al Parlamento\nROMA\n\nL'On. Tovini ha comunicato a questa Presidenza la tua lettera del 30 novembre, con la quale dichiari di non poter accettare di far parte del direttorio del gruppo.\nLa Commissione direttiva, ha esaminato la tua motivazione, ma unanimamente ha deciso di respingere le tue dimissioni.\nLa situazione politica, specialmente nei riguardi del nostro gruppo e degli organi dirigenti del Partito, è tale da non consentire che le migliori energie e gli uomini più rappresentativi del Partito stesso, siano asenti in queste difficili ore. Animati da un sentimento di devozione verso gli ideali nostri, e compresi delle gravi responsabilità che ci incombono, noi sentiamo che nella collaborazione solidale dei colleghi l'opera politico parlamentare del gruppo riuscirà a garantire l'avvenire del nostro Partito, del quale il Gruppo, nel campo parlamentare è espressione. A questi concetti si sono ispirati i nostri colleghi i quali ti assegnarono il primo posto nella nomina del Direttorio. E questo risultato della votazione, raggiunto sul tuo nome, è indice troppo significativo. Per queste ragioni noi siamo certi che tu, desistendo dal tuo proposito, vorrai darci quella tua preziosa collaborazione, tanto necessaria a noi che abbiamo accettare il peso di gravi responsabilità, altrettanto voluta dalla stima e dalla considerazione dei colleghi del gruppo che ti hanno eletto loro primo rappresentante in seno alla Commissione.\nCon tale fiducia, ti inviamo i nostri più cordiali saluti\n\nLA PRESIDENZA\nM. Cingolani\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"44a452b0-5c47-4cbb-a193-f11ba39029fd.txt","exact_year":1923,"label":1,"year_range":"1921-1925","text":"Roma\n\nCaro collega,\ndal resoconto della Camera abbiamo rilevato la tua mancata partecipazione al voto sulla seconda parte dell'ordine del giorno Larussa nella seduta di ieri.\nIn base all'art. 3 del nostro regolamento ti preghiamo di volerci dare ragione entro venerdì 20 corrente del tuo atteggiamento dichiarandoci in qual modo avresti votato.\nTale comunicazione dovrà esserci trasmessa o direttamente alla segreteria del gruppo o per lettera raccomandata.\nCordiali saluti.\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"6cccfd96-f5a2-4616-9fc9-c710931b9d6d.txt","exact_year":1923,"label":1,"year_range":"1921-1925","text":"Caro Meda,\nricevo in questo momento la tua penosa dichiarazione sulla quale, come presidente, non intendo dare qui giudizio alcuno, giacché va sottoposta alla valutazione di chi avrà il compito di far proposte al Cons. nazionale. Mi meraviglio però della tua meraviglia, giacché quando ti pregai di intervenire presso il M. G. ti dissi che il Cons. Naz. era già convocato e che bisognava trovare una via prima del Cons. Naz. Credo dovrai ammettere che il tuo intervento non ha avuto effetto perché il Corriere tenne un contegno sleale e non necessariamente ai fini suoi, aggressivo contro di noi.\nSembra però che tu, pur così equo altre volte, oggidì compia l'enorme ingiustizia di dar torto a chi crede d'aver agito con coscienza cristiana; rischiando del proprio, a chi per la difesa delle proprie convinzioni e della dignità d'un partito che pensa al Paese, è rimasto fedele fino all'ultimo sul terreno del combattimento. È con immensa amarezza che vado incontro alla prospettiva che mi metti in vista; ma mi permetto di chiederti: che cosa hai fatto in questo frattempo per convincere i dissidenti? E tu stesso nella tua sciagurata lettera-circolare non presupponevi come logica e naturale la radiazione dal Partito? C'è una lealtà anche verso il Partito, caro Meda, e una lealtà anche verso coloro che al Partito tengono fede. Stavo industriandomi a cercare ancora un modus vivendi, che in verità finora non ho trovato; e tu fai la parte di paciere dandoci la coltellata a noi e pubblicando che bisogna fare una revisione \"del programma del partito\"? E tu copri col tuo nome e colla tua fama delle dolorose situazioni locali che vengono create dai secessionisti in varie provincie, compresa la mia?\nChe Dio ti perdoni il male che fai a tante coscienze e il dolore che procuri a molti che, come me, ti hanno sempre voluto bene.\n\nDella cosa si occuperà il C.N. giovedì\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"95e6297c-3649-436a-8b8b-42b544bf6d88.txt","exact_year":1924,"label":1,"year_range":"1921-1925","text":"Trento\n\nCaro Sturzo,\nil Vescovo ha trovato qui una grande resistenza contro la tua proposta nei miei riguardi. Si teme ch'io venga distratto totalmente dalle mie occupazioni locali. Data questa situazione, come potrei accettare? Sono pronto a qualunque sacrificio, ma come farne uno che è al di fuori delle mie possibilità? Se non trovi altri, tira avanti col triumvirato o fanne un altro: comprendo le tue obiezioni e ne soffro più di quello che non pensi; sovratutto perché non vorrei venir meno all'amicizia che mi lega alla tua persona.\nArriverò lunedì a 1\/2 giorno. Ti abbraccio con devozione.\nDegasperi\n\nAvevo scritto ieri questa, che volevo consegnare a mio fratello; ma mancai il treno. Gronchi mi telegrafa di essere costì lunedì alle 10. Non posso assolutamente partire prima di domani sera e quindi arriverò a 1\/2 giorno. Affettuosamente D\n"} |
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{"filename":"54ef6cd0-e839-4199-8053-801c63241f81.txt","exact_year":1924,"label":1,"year_range":"1921-1925","text":"Caro Sturzo,\nmolti auguri nell'invocata solitudine. Qui costernazione per il caso Conci che non si stenaglia.\nAttendo a Roma, ove sarò il 12, i tuoi appunti e le tue direttive. Me l'hai promesso. Dopo il decreto di ieri, vedo oscuro. Si preparano ad un conflitto lungo. È un povero paese. Tanti ossequi da mia moglie.\nCredimi sempre il tuo devoto e affezionato\nDegasperi\nTrento\n"} |
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{"filename":"b019ab2c-face-4f64-9442-0a7e93a94bb8.txt","exact_year":1924,"label":1,"year_range":"1921-1925","text":"Caro Senatore,\nio la ringrazio della Sua generosa e valida testimonianza. Non la merito, o almeno non la merito nella misura ch'ella ha voluto concedermi. L'onore per le battaglie sostenute durante la guerra e per il periodo antecedente è dovuto sopratutto a Lei, ed io non ho avuto orgoglio che d'essere stato un suo insufficente, ma forse volentero scolaro.\nQuesta sera Catoni si è offerto per farmi analoga dichiarazione. Le pubblicherò assieme; e con ciò spero di chiudere codesta astiosa polemica. Il Sottochiesa è moralmente e politicamente parlando un farabutto, e di lui e di L. se la rappresaglia personale non mi facesse ribrezzo avrei potuto sbarazzarmi facilmente, raccontando la storia che li riguarda. Sono lieto di potermi difendere, senza queste pur giuste ritorsioni; e dopo la Provvidenza che ci ha fatto ritrovare il Chiovenda, devo alla Sua opera se l'offensiva venne respinta.\nIo le esprimo tutta la mia gratitudine e prego Dio di poterle ancora rendere nella vita qualche servigio.\nQui tutti gli amici mi assicurano dell'ottima e conclusiva impressione che ha fatto la nostra difesa.\nSpero di vederla la settimana ventura. Mia moglie sarebbe lieta di salutarla nel suo modestissimo piedaterre.\nPrego tanti devoti ossequi alla Signora. Mi creda suo riconoscente\n\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"0b6e731c-1a85-43eb-9319-f11fa3e659ef.txt","exact_year":1925,"label":1,"year_range":"1921-1925","text":"Carissimo,\nl'On. Degasperi m' icarica di chiederti scusa per il ritardo e il lungo silenzio. Egli ha taciuto per non aver se non cose tristi da ripetere, ed oggi ancora sente riluttanza grande. Le cure per il giornale ci hanno assorbito quasi completamente. Te ne scriverà Spataro, povera vittima! Abbiamo deciso ancora un esperimento di un paio di settimane. Ma la enorme pressione politica porta ad una depressione degli spiriti. I fatti di Firenze danno a troppi il senso dell'ineluttabile. Dopo il monopolio sindacale, si tenne l'assalto alle cooperative. Si sta preparando anche l'ingerenza governativa nelle \"piccole Banche\".\nInnegabile è una presa di possesso generale. La Chiesa non riuscirà a proteggere nemmeno le antiche società economiche confessionali? Come hai visto, l'Aventino si spezza per i sinistri. Io credo che non si debbano alimentare le polemiche fra di noi ma anche che non si debbano fare inutili sforzi di rettorica per mantenere la facciata della secessione aventiniana. È meglio sostituirvi un'intesa meno formale più elastica e capace di manovra nella Camera. Per codest'attività parlamentare ho grandi apprensioni. È da credere che il Governo ci getterà fra i piedi la legislazione ecclesiastica. Che figura vi farà il fronte unico della libertà? L'attività parlamentare esige maggior sforzo di orientamento. Il male è che il grosso pubblico piega innanzi ai vincitori. Si ha la sensazione che l'ondata sia travolgente. NOI stiamo in piedi con uno sforzo morale di cui al di fuori non si ha forse un'idea. La campagna personale contro di me continua e si accentuerà. Mi si crede, uno degli ostacoli più forti alle desiderate acquiescenze.\nDevo circolare con molte precauzioni: D ha scritto che vorrebbe tornare, ma a che pro e con qual rischio? Scrivigli: è sempre all'Hotel Terminus Chambèrj.\nE così potrei continuare il quadro triste: ma a che dilacerare le ferite dell'esule? Non abbiamo fiducia che negli imperscrutabili disegni della Provvidenza. Una volta ti consigliavo di non scrivere. Ora ti prego di mandare a quanti più puoi brevi parole di eccitamento. La voce del Maestro deve confortare gli scoraggiati. E tuttavia se non ci incalzasse così la questione economica, ci sembrerebbe di respirare. Non so se si farà la riunione di Parigi e se in caso mi concederebbero il passaporto. Ho lasciato che Gronchi mi precedesse nella domanda.\nAvvicinandosi la lotta parlamentare, avremo bisogno del tuo contributo tecnico direttivo. Il dott. Zanotti un trentino che sta a NERAC mi dice che tu vi andrai. Vi troverai un tuo entusiastico ammiratore. Se puoi scrivere ad Amendola scuotilo dal Nirvana. Bisogna lavorare in concreto nell'opposizione alla Camera. Ricordati sempre di fare i tentativi che promettesti all'ottimo Spataro.\nOgni briciola è buona e può essere la salvezza.\nNonostante la tristezza di queste note, ti sia di conforto che i membri direttivi resistono con immutata fede nel P.P.I. e nella devozione a Te. E primo fra tutti il tuo amico che ti scrive il quale ti prega di ricordarlo al Signore al DIO della verità e della giustizia e ti prometto di preferire la scomparsa dalla vita politica a patteggiamenti servili\nSilentiarius\n"} |
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{"filename":"3413fc3e-a0a2-441d-b1d4-1b9ba392a645.txt","exact_year":1925,"label":1,"year_range":"1921-1925","text":"Caro Monsignore,\nsono triste fino all'esaurimento in seguito alla campagna personale, scoppiata, mentre reggo in mezzo a difficoltà molteplici e paurose.\nÈ quasi escluso di poter sostenere la polemica, date le condizioni della stampa. Bisogna lasciarsi massacrare in silenzio; e la stampa fascista fa di me un vero massacro. Gli amici reagiscono circondandomi del loro plauso; ma si resisterà quando il governo voglia via coloro che reggono ancora in mezzo alla bufera? S'è sparsa qui la notizia che a Trento sia stato interdetto un mio ritorno. Spero non sia vero, perché altrimenti mi si avrebbe certo avvisato.\nPensate a mettere al sicuro le assoc. economiche. Qui e là c'è stato il tentativo di occupare cooperative. Però a Milano e a Monza sono intervenute in difesa le autorità ed hanno dichiarato di aver l'ordine di non toccare la coop. cattolica. Dappertutto si fa la trasformazione in anonime.\nSe può scrivermi qualche parola di conforto, me la scriva (Maria Romani, via Ripetta 99) perché ne ho bisogno e sovratutto mi raccomandi al Signore che mi batte in tutti i modi.\nSuo affez\nAlcide\n"} |
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{"filename":"6e434bba-7251-400a-82c0-46dbb1194bad.txt","exact_year":1926,"label":1,"year_range":"1926-1930","text":"Caro Rodino,\nso che ti sono debitore alla tua cortesissima signora e a te dei più vivi ringraziamenti per la fraterna accoglienza ricevuta e per la generosa ospitalità. So anche che ti devo sentite grazie per la tua estrema gentilezza e per la rinnovata e calda dimostrazione d'amicizia. Te ne sono debitore da sabato e ti chiedo scusa di codesto ritardato tentativo di sdebitamento. Ho però una scusa che nella tua bontà vorrai menar buona. Figurati che giunto qui oltre il tuo telegramma – squisito eccesso della tua bontà – trovai anche nuove tristi notizie da Trento. M'ero ritirato dal giornale, sperando di evitare o allentare almeno l'offensiva fascista contro le istituzioni nostre locali. Ma il sacrificio sembra vano. Giovedì il prefetto mandò il commissario a fare un'inchiesta al \"Sindacato agricolo-industriale\", che è la nostra centrale, in cui si riuniscono più di seicento consorzi cooperativi – la creazione migliore che abbiano i cattolici in Italia.\nL'inchiesta vuol dire presa di possesso, come puoi pensare. Cade con ciò uno dei fondamentali pilastri della nostra organizzazione. Anche là si perseguita un Degasperi, giacché vi è direttore mio fratello!\nComprenderai la mia amarezza. Il Signore saprà perché tutto ciò accade, ma è un'iniquità contro cui insorge ogni spirito di giustizia.\nLa triste notizia mi ha intontito; onde differii di giorno in giorno la lettera che sentivo di doverti scrivere.\nE tuttavia, quando penso al male fisico e morale che hai superato tu comprendo che bisogna essere grati a Dio, che non ci toglie la salute.\nA te auguro il ristabilimento completo.\nNotizie dal campo di Agramante dicono che anche là le interne divisioni covano secondo la inesorabile legge delle passioni umane. Non ci faccio dei calcoli, ma le registro a prova dell'assioma che la violenza a lungo andare non è né può essere costruttiva.\nRicordami alla tua nobile infermiera e ai tuoi baldi figliuoli che furono tanto amabili con noi.\nGuarisici e ritorna presto il nostro autorevole ed attivo leader. Affezionato,\nDegasperi\nRoma\n"} |
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{"filename":"1207f779-8d38-41b0-b213-18f7020c9952.txt","exact_year":1926,"label":1,"year_range":"1926-1930","text":"Borgo Valsugana\n(Maria Romani)\nCaro D. Luigi,\nmi pare di averti scritto che m'hanno negato il passaporto e quindi, con mio gran dolore, bisogna attendere ancora, per rivederci. È sempre incerto che cosa faccia in autunno, non essendomi riuscito di assicurarmi l'indispensabile per l'andata a Roma. Il mio ideale sarebbe di riprendere la Seli e curare secondo le tue direttive anche il Bollettino, ma non si può fare che da Roma o Milano. Anche dalla mia andata o meno a R dipende come ricostituire la direz del P. Vedremo in settembre, perché certo colla commiss dei 5, è un guaio. Vedrai una mia lettera aperta a P. Gem, ove parlo chiaro sul conto dei \"cattolici\" nuova maniera. Il tuo disgusto è il mio disgusto. Ma, sotto, l'idea popolare rivive vigorosa e pura. Se a tanto, le considerazioni migliorassero saremmo subito in piedi. Non disperiamo, perché le vie della Provv non sono visibili.\nNon c'è dubbio che 50 M. intendevano pagare il 1° e il 2°, perché ciò era espressamente detto. Ora ne hanno stampato un altro, e vedrò che cosa mandano. Nonostante i miei censori, non mi mandano alcuna indicazione; però stampano quando mando. Coccia crede di arrivare prossim fino a Parigi e ti cercherà. Lui, Peppino e Ruffo stanno ancora lottando con le cambiali.\nÈ curiosa che non riceva la Cronaca Soc di Gronchi, il quale mi assicurò di spedirtela. È assai ben fatta. Il tuo libro dunque? Non me ne parli più? Spero che ci manderai qcosa ; consideraz di politica democratica ecc. Mia moglie ti manda tanti ossequi; io affettuosi, cordiali saluti, con ogni augurio a te, per noi, per la causa.\nSempre tuo\nAdegasperi\n"} |
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{"filename":"dc61fe12-5f21-49c6-8393-9bc170a54257.txt","exact_year":1926,"label":1,"year_range":"1926-1930","text":"Carissimo,\nnella notte del giorno dei morti vennero occupate ed in parte devastate le sedi delle organizzazioni trentine, compreso il Sindacato Agr Ind di cui era direttore Augusto. Rifugiati a Borgo Valsugana, di lì venimmo prelevati la notte del 5 e portati fino a Vicenza. Il ricordo degl'insulti mi brucia ancora.\nL'interrogatorio di fronte al direttorio di Vicenza, per la mia franchezza e la cortesia del presidente si trasformò in dibattito. Avendo sostenuto la prova con dignità e fermezza – così mi dissero gli stessi fascisti – fui cavallerescamente, assieme ad Aug., consegnato all'on. Marzotto che ci ricoverò signorilmente in una sua villa, donde ci fece partire per Milano. Sulle mie dichiarazioni comparvero comunicati ufficiosi tendenziosi ed inesatti. Un mio tentativo di parziale rettifica, mandata a giornali di Milano, si urtò contro le rigide istruzioni della censura. Ora cerco di guadagnare Roma, ove organizzare un modo di vivere qualsiasi. Aug.attende se almeno gli riconosceranno una liquidazione, le nostre famiglie passarono notti agitate. Ora sono tranquille, perché ci sanno ricoverati fra amici generosi e gentili di cui anche tu ripetutamente esperimentasti la sicura cortesia. Anche Braschi, Secco-Suardo, Bresciani, D. Mojana ebbero dei guai più o meno gravi. Che sarà dell'avvenire? Preghiamo Dio per un ordinato svolgimento e per il bene del nostro paese. Quello ch'io posso fare non lo so ancora. Mi affido alla Provvidenza, che mi ha protetto anche questa volta e non vorrà abbandonarmi. In parecchi giornali si ebbe un nuovo scoppio di ire contro di me. Ora s'acquietano. Ricordami nelle tue preghiere. Non t'ho rinnegato; come era il mio dovere, a Vicenza, ad una relativa domanda, ho risposto che ti scrivevo qualche volta.\nSempre il tuo\nAlcide\n"} |
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{"filename":"59a6139d-bc72-44e5-b20d-3b2086b1464f.txt","exact_year":1928,"label":2,"year_range":"1926-1930","text":"Caro Meda,\nJaspar è desolato ed umiliato. Mi disse: \"Que je suis bete! Ignorer que de Mun fût pas ministre est peutetre une faute enrose excusable, mais ignore que Meda necessairement vevait ecrire son necrologe, ca c |
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{"filename":"45ada411-bde9-44b9-9af6-48843c4de8d4.txt","exact_year":1928,"label":2,"year_range":"1926-1930","text":"Mio caro editore, la tua sempre cara lettera, mi ha reso triste, per molte ragioni. La prima è la noia che ho recato a te, la quale è molto superiore a quella ch'io pensassi. Bisogna ammettere che i tipografi monzesi siano meno intelligenti assai dei trentini, per ch'io lassù lavorai vent'anni per la cassetta o la linotype, senza guadagnarmi la fama di pasticcione. Debbo concedere tuttavia che nella prima parte del lavoro, non avendo avuto il tempo di ricopiare molte citazioni tradotte, qualche garbuglio ci possa essere. Non dimenticare che gli ultimi giorni dovetti affrettare, a scanso di lasciare la cosa a mezzo. Comunque, ottenuto il tuo perdono in forza di tali attenuanti, ti prego di ritornarmi con tuo comodo il resto del ms, perch'io possa eventualmente ricopiarlo nei tratti meno chiari. Mi vergognerei di farti perdere troppo del tuo tempo prezioso.\nLa seconda ragione è il modo della pubblicazione. Cinque numeri, colle vacanze, vuol dire un anno! Specie per quanto riguarda le note bibliografiche, c'é da far la figura degli antidiluviani. Aggiungi che non si possono fare gli estratti, il che vuol dire che, oltre a non leggermi nessuno a dispense, non ci sarà nemmeno modo di farmi leggere, tutto assieme. Ma comprendo che conservare la composizione costa. E allora prendiamo le 5 copie che, su per giù, costeranno, sì e no, la metà del denaro contante che ho sborsato per comperare i libri necessari allo studio. Si tratta evidentemente di un'industria....carceraria. Anche le ceste di vimini che si fabbricano nelle case penali si vendono sotto costo. Ma io so bene che non si può fare altrimenti, e mi sfogo con te, solo perché sfogarmi, vuol dire arieggiare un po' l'animo depresso. Che vuoi? Per la conoscenza della lingua e dell'ambiente, sono fra pochi uno dei cattolici italiani che possa scrivere di quell'argomento, per 2\/3 nuovo, giacché i tuoi pregevoli lavori non oltrepassano la guerra, e tuttavia... Che cosa farei, se tentassi altri argomenti, in cui sono meno attrezzato? I cattolici italiani si trovano in verità in una magnifica situazione.\nMa, hai ragione, ci vuol pazienza; soltanto mi sembra più meritoria quella di coltivare i cavoli. Per concludere praticamente, io ti prego di mettere in testa, come introduzione alla prima puntata, l'annotazione bibliografica che avevo preparata per la coda. È necessario, perché essa dà carattere scientifico al lavoro, ne disegna l'ampiezza e ne fissa, bibliograficamente, la data. Spero che ti sia possibile: sono tre pagine in tutto, e cambiamenti, se ben ricordo, basta farne pochissimi.\nScusami, e sappi che ti sono molto riconoscente, perché senza la tua autorità e la tua opera il mio ms. verrebbe respinto da qualche redattore ignorantello. Ti ringrazio dunque e ti dimando perdono di questa – ben comprendo – inutile querimonia che dovrebbe risuonare all'orecchio di molti altri, ma non del tuo.\nTi abbraccia il tuo aff.mo\nAlcide\n"} |
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{"filename":"980fef70-5ef1-47b2-96b7-2e72bd83b941.txt","exact_year":1928,"label":2,"year_range":"1926-1930","text":"Caro Spataro, le scrivo da Sella di Borgo Valsugana, il nostro soggiorno di montagna, così ardentemente sospirato.\nVi arrivai colla licenza di dimorarvi 15 g. e tale licenza ottenni, scrivendo al direttore gen. di p.s .\nVenni scortato fino a Borgo da due agenti di Roma: qui poi hanno dovuto impiantare una stazione di carabinieri ex novo di 5+2 agenti di Trento. Fanno il turno due alla volta, ad una certa distanza dalla casa. Ma sono felice, perché godo le bambine. Trascorsi i 15 g., tenterò, telegrafando, di ottenere una proroga.\nTanti auguri alla Sua signora e alla figliolanza e grazie di nuovo a Lei sempre così buono con me. Anche a nome di Francesca, Suo aff.mo\n\nAlcidegasperi\n"} |
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{"filename":"d490f776-223e-4822-890d-aecbae70c63a.txt","exact_year":1928,"label":2,"year_range":"1926-1930","text":"S. Chiara\n\nCaro P. Gemelli,\nho ricevuto il nuovo pacco di libri e mi affretto a ringraziarla di questo e degli altri favori.\nIn seguito a domanda di mia moglie, mi è stato condonato il resto della pena e, giuridicamente parlando, da alcuni giorni sono libero. Praticamente una squadra di tre agenti ha l'ordine di non perdermi d'occhio né giorno né notte e d'impedirmi di partire da Roma. Non so se questo duri e sia definitivo.\nOra sto all'albergo, ma se la cosa va in lungo, chiederò ospitalità a qualche convento.\nFrattanto spero di riguadagnare la calma necessaria per rimettermi a studiare; e i suoi libri mi saranno molto utili.\nLe rinnovo perciò i miei ringraziamenti e mi segno\nSuo devoto\n\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"b8a4a5b4-cbdd-4ec5-b06a-f72085dfd355.txt","exact_year":1928,"label":2,"year_range":"1926-1930","text":"Altezza Reverendissima,\ndopo la lieta ma troppo fuggevole parentesi estiva, per me l’unica giornata di sole fu quella di ieri. All’arrivo della Sua lettera fu come se un leraccio vigoroso e benefico squarciasse la foschia, nella quale navigava desolata e disorientata la navicella della mia vita; e parve mi illuminasse e mi riscaldasse ancora una volta quel vecchio sole glorioso che aveva presieduto tanti anni alla mia vita d’azione e di ottimismo. Per la prima volta ho riso di gioia ed ho riso come rideva Matelda nel Purg. XXVIII, quando per spiegare la sua letizia, ricordava il salmo Delectasti: Quia delectasti me Domine in factura tua: et in operibus manuum tuarum exultabo. Poiché è l’ispirazione del Signore che ha mosso il mio vescovo e i miei amici vecchi di Trento, giacché io non avrei osato chiedere nulla e nulla dissi di chiedere a quel buon parroco che portò omaggi e saluti.\nAnzi, per quanto riguarda le mie urgenze economiche, quasi temo egli non abbia esagerato, onde mi sarebbe grave di profittare di una carità che può essere più urgentemente necessaria ad altri. In verità tengo ancora un resto della “liquidazione” del giornale e vi attingo per le spese inevitabili. Tuttavia quale apprensione per me nel vedere queste risorse, che dovevano essere la riserva per la mia famiglia, dileguarsi rapidamente, quale umiliazione nel dover consumare e non produrre e dover perfino affidare le bambine alla carità dei parenti!\nQuesto spieghi lo stato d’animo in cui mi trovò D. Vigilio e perché io, superando gli scrupoli che mi potrebbe risvegliare il confronto con strettezze e con bisogni più incalzanti, accetti il suo dono con grato animo e ringrazi con tutto cuore, pregando Iddio che mi renda ancora possibile, sia pure nella più umile guisa, di rendere in cambio qualche servigio alla causa cattolica della mia diocesi.\nBen maggiore però è il mio obbligo per l’alto conforto morale che mi ha recato la lettera del mio vescovo amatissimo.\nCome io avevo sete di queste parole e a un tempo, come schivavo di provocarle! Strana è la situazione psicologica che si attraversa in crisi, come la mia: da un lato s’invocherebbe una parola di conforto, di solidarietà, di commiserazione, come l’acqua nel deserto; dall’altro un certo senso impastato non so se più d’orgoglio o di pudore e forse anche di un certo ritegno generoso, proprio di chi fu più abituato a dare che a chiedere, ti afferra alla gola, t’impedisce di pronunciare la preghiera, di formulare il desiderio e ti arresta la penna che volesse scrivere.\nNel mio caso poi s’aggiunsero i provvedimenti di polizia che fino ai primi d’ottobre mi cinsero come d’assedio, creando attorno a me come il blocco della solitudine, tanto che in questa Roma, così popolata di amici e conoscenti, mi sentivo similis pellicano solitudinis et sicut passer solitarius in tecto. Cessato il blocco materiale, perch’io scrissi apertamente alla suprema autorità di polizia che per guadagnare la vita avevo bisogno di circolare liberamente, rimase pur sempre attorno a me un certo blocco psicologico, costituito dalla più o meno ragionata paura di chi potrebbe confortarmi e aiutarmi e dall’altra parte dalla ritrosia del mio animo depresso e come racchiuso in sé stesso, sotto le raffiche che gli passarono sopra. Appena da un mese, a mano a mano che l’esperienza comprova la mia libertà, mi vo rifacendo un cerchio di collaboratori nella ricerca.\nIn questo mese ho salito e risalito le altrui salate scale, chiedendo umile lavoro: la ragione mi dice che la città eterna si muove lentamente, ma il cuore geme e talvolta si ribella.\nOh, ma non contro il Signore! Posso assicurare il mio Vescovo che in questi tre anni di avversa fortuna non ho dimenticato gl'insegnamenti della Chiesa e che, nei momenti tranquilli, ho ringraziato il Signore di aver levato dalla mia anima tante scorie colla lima del dolore, che ho riconosciuto meritato il castigo e meritata l’umiliazione ed ho benedetta la mano di Dio che strappandomi alla vita dissipata dei pubblici affari mi ha costretto a meditare sulla vita interiore; e tale vita, percorrendo, come dice l’Imitazione, dilatato corde prata Scripturarum ho vissuto con tali immeritati conforti, da compensarne qualsiasi pena. Ma a questi momenti troppo spesso successero altri in cui la mia miseria riprendeva il sopravvento, e furono momenti di sconforto e d’irritazione. Ciò accadde più specialmente quando, venuto fuori a riprendere la lotta per l’esistenza, m’imbattei nell’avversione, nella freddezza, negli egoismi degli uomini: allora diventa più difficile scorgere dietro questa siepe di debolezze umane la mano di Dio. Vostra Altezza ha scritto una parola che più delle altre mi conforta, quando mi ricorda che “Gesù ebbe ed ha sempre sentimenti profondamente umani e divini per chi soffre”. Allora Gesù umanamente mi comprenderà e scuserà la mia debolezza e forse, imitandolo, mi scuseranno anche quei cristiani che avrebbero desiderato di vedere in me un eroe, sempre equanime di fronte alla sventura.\nPermetta infine che La ringrazi anche delle pratiche che avrà fatto o intende di fare prossimamente per un’occupazione redditizia. Se si vorrà, le difficoltà saranno superabili, giacché anche il Governo vede bene ch’io mi stabilisca qui.\nLe dirò intanto che ebbi ieri anche un’altra buona notizia, che cioè a mezzo del bravo e fedele Jacini avrò tra poco un libro da tradurre. Se incomincerò a lavorare, mi rifarò una vita piccola e tranquilla, senza alcun rimpianto per cariche ed onori: e qual miglior osservatorio dell’Urbe per rimaner impavidi innanzi alle fuggenti grandezze umane! In S. Pietro incontrai recentemente molti dei nostri vecchi cooperatori: la schiena era più curva e l’occhio meno aperto, ma erano loro. Una stretta di mano, e su nella cupola; di là si vedono piccole le nostre persone ed anche le opere nostre. Niente è perduto fino che posso dire d’appartenere a questa Chiesa e alla Comunione dei Santi: quassù raccolgo tutti gli sforzi, tutte le fatiche d’una vita che (certo almeno in buona fede) credevo apostolato e ne lancio in alto la sostanza spirituale che è come un soffio di olocausto per la gloria di Dio. Tutto è passato e quasi sembrerebbe in vano, ma questa sostanza rimane e spero che il Signore, Padre Nostro, la vorrà accettare in propiziazione.\nAccolgo, inginocchiato la benedizione pastorale che Vostra Altezza si degna impartirmi e bacio devotamente il Sacro Anello. Mi creda con antico e figliale affetto\nSuo devotissimo\nAlcide Degasperi\n\nRoma\n"} |
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{"filename":"2b87f497-2a81-4de1-ac0b-fefa20d536e0.txt","exact_year":1929,"label":2,"year_range":"1926-1930","text":"Roma\n\nCaro D. Simone, c’è oggi nel Messaggero, a commento del grande fatto un articolo, certo del direttore Pier Giulio che incomincia “cattolici ed italiani … ecc.” e quest’inizio, il nostro classico inizio di una volta in ogni manifesto ed in ogni apostrofe solenne ripetuto ora nel Messaggero, mi ha fatto venire il pensiero di sfogarmi un po’ con Lei. L’influenza mi costringe ancora in camera e così vedo dalla finestra la fiumana di cattolici e italiani che torna da S. Pietro. Anche nella miserabile realtà quotidiana è come nella realtà dei simboli. I cocchi dei trionfatori passano, schizzando fango sui travolti che stentano a salvarsi sugli angoli della via. L’altro ieri, nella grande giornata della notizia finalmente certa, Longinotti ricordò a Mons. Pizzardo che ci sarebbe un’opera buona finalmente da fare, ricordarsi, nella letizia, della domanda mia che giace in biblioteca: e Monsignore, tutto cuore e tutta premura, rispondeva che ci pensava ma che aveva detto a Ms Mercati di parlarne personalmente al Papa, \"perché, sa, non bisognerebbe che ci attaccassero poi come quelli che imboscano nel Vaticano tutti gli avversari del regime”. Chi direbbe che cose tanto piccine si frammischiano a cose tanto grandi! Io ho scritto oggi un biglietto a Ms Mercati nel senso che qualora là ove si decide avvertisse il minimo imbarazzo di carattere politico, lasciasse cadere subito ogni insistenza giacché non mi sento in diritto di creare, nemmeno colla sol domanda, il minimo imbarazzo all’ Aut. Religiosa. Ora vedremo: le vie della Provvidenza sono misteriose. Per sciogliere la q.r. ha convertito un socialista; forse per sfamarmi me commoverà, più che i cattolici, gli ebrei. [Questo sfogo è confidenziale; non vorrei scandalizzare nessuno].\n"} |
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{"filename":"a16464cc-23eb-4fec-ba7f-a1ca78902000.txt","exact_year":1930,"label":2,"year_range":"1926-1930","text":"Biblioteca Apostolica Vaticana\n\nIllustre Senatore, non so se ho capito bene la questione; ma, per abbondare, Le mando tutto quello che ho trovato.\nLe schedine indicano le ediz. di cui dispone la Vatic. Ci ho messa la \"collocazione\", caso mai potessero servire per ulteriori ricerche.\nRisulta chiaro, mi pare, che la famosa Capp. 67-87 non è che una parte dell |
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{"filename":"d45c7183-4ec8-492b-94f1-918852c868ff.txt","exact_year":1931,"label":2,"year_range":"1931-1935","text":"Caro Don Giulio,\nè venuto da me Molino, per chiedermi in amicizia l'attestazione ch'egli sa essere collaboratore docile, obbediente e subordinato. In coscienza, caro don Giulio, quest'attestazione – se pur vale la pratica passata e l'esperienza personale – io posso darla tranquillamente. Molino era ai miei tempi non soltanto infaticabilmente devoto alla causa, ma era anche pronto ad intensificare o a limitare la sua azione e a dirigerla, secondo le mie direttive. Non ricordo, d'altri superiori, ch'egli abbia resistito a qualcuno. Comprendo tuttavia che la sua anzianità di servizio e la sua coscienza di autodidatta possano sembrare dei limiti alla sua docilità, o meglio a quel conformismo che oggi è più necessario che mai, data la particolare delicatezza della situazione. Non c'è, per evitare ogni possibile divario, che precisare in forma categorica e contrattuale la posizione di autorità che dovrebbe avere di fronte a lui il rappresentante della Giunta. Una volta chiarite le mansioni e le posizioni, credo che si possa fidare sulla parola data da Molino.\nQuesta almeno è la convinzione che mi sono fatta di lui in quasi vent'anni di collaborazione; nè suppongo che quest'ultima parentesi lo abbia mutato.\nCaro don Giulio: le chiedo scusa se, pregato, m'ingerisco in cose d' A.C. che non mi riguardano; ma se questi poveri vecchi, vittime un po'tutti della situazione, non si danno la mano e non spendono almeno una parola d'amicizia, chi, fra tanto accanirsi di avversari, testimonierà per loro?\nElla giudicherà certo colla più retta coscienza e, senza dubbio, con più esatta cognizione di causa, ma non sarà permesso a noi di ricordare che per l' A.C. nell'una o nell'altra forma abbiamo aspramente e faticosamente battagliato? Non intendo con ciò fare nemmeno la più leggera amichevole pressione su chi deve prendere una decisione, della quale non conosco tutte le circostanze. Ce ne possono essere altre in senso contrario. Ma credo che una favorevole non debba essere dimenticata: anche l' A.C . ha dovuto esperimentare che i ferri vecchi, arroventati nelle antiche fucine, sono ancora buoni anche nei tempi nuovi.\nCaro D. Giulio, colgo l'occasione per mandarle i saluti più affettuosi. Leggo con interesse la V.T. Sono dell'opinione – un'eresia – che dovrebbero esistere solo i settimanali; perciò, Lei mi dirà, sei poco atto a giudicare dei quotidiani.\n– Sicuro, tanto più che non li leggo. – Ma io intendo scriverle degli uomini e del modo di usare dell'opera loro.\nL'abbraccio affettuosamente. Se crede opportuno, conveniente od utile di questa mia testimonianza può dare notizia anche al suo rev.mo presidente prof. Rauzi.\ndev. Alcide\n"} |
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{"filename":"68373811-ff8a-44f1-b136-1f2d3a28adf8.txt","exact_year":1933,"label":2,"year_range":"1931-1935","text":"Caro P. Gemelli,\ncome vedrà dal curriculum il Dott. Pergher potrebbe essere un collaboratore prezioso per l'insegnamento della medicina coloniale. Io non so a qual punto siano i Suoi piani per la Sua facoltà di medicina. Sono in via di realizzazione? Di una forza come il Pergher potrebbe servirsi? In caso che l'uomo Le possa interessare, egli rimane a Roma questa settimana, poi ritorna a Merano colla madre.\nRitornando – se Lei nel frattempo non viene a Roma – il Pergher potrebbe fare una scappata a Milano.\nMi hanno assicurato che si tratta di un valore.\nIo lo conosco come buon cattolico e persona intelligentissima.\nSuo affez.\n\nvia delle Fornaci, 24\n\nDegasperi\nPergher, Giuseppe, laureato a Roma nel 1924 100\/100 e lode. - Corso estivo a Losanna (Arthus) di fisiologia sperimentale.\n1922-24 allievo interno all'Istituto d'igiene dell'Univ. di Roma.\n1925-29 assistente effettivo di carriera all'isitituto d'igiene.\n1925 Strasburgo (Masson) Istologia patologica.\n1928 con borsa Rockfeller in America per visitare impianti igienici e sanitari. Durante questo periodo pubblicati una dozzina di lavori scientifici in \"Annali d |
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{"filename":"abb83309-7ec0-46dd-9507-c227c28d0079.txt","exact_year":1933,"label":2,"year_range":"1931-1935","text":"Roma\n\nCarissimo Don Luigi,\nso bene che dopo tanto silenzio questa lettera non potrà recarti soddisfazione, perché entrambi avremmo bisogno di riprendere un contatto intellettuale e sentimentale che dieci anni fa ci era divenuto così caro e che non si può ristabilire se non di presenza e guardandosi negli occhi; ma io voglio dirti almeno con quanto affetto pensi a te, specie in questi giorni, nei quali si ricordano gli anni che se ne sono andati e si riflette su quelli che se ne vanno.\nVivo – come saprai – tra la famiglia e la biblioteca, all'ombra del Cupolone, ringraziando la Provvidenza d'avermi riservata almeno un po' di pace esteriore. La pace interna difficilmente si raggiunge, quando lo spirito, abituato alla dilatazione sociale, deve venir compresso entro la sfera limitata della persona. Penoso è particolarmente il dover assistere inerti all'oscuramento d'idee che avevano illuminato tanto cammino della nostra vita. Nessun rimpianto del passato può eguagliare l'amarezza che si prova al presente nell'assistere passivi a disorientamenti ed equivoci, a dissimulazioni di prìncipi, una volta proclamati sacri ed inderogabili. Gli è che come politici si può ben considerarsi morti, ma come cattolici no, a meno di non perdere la fede.\nPrima di tacere per sempre, vorrei poter scrivere almeno un piccolo libro, analogo a quello pubblicato dal Sortais nel 1914 (Les cath en face de la démocratie) riferito invece ai problemi d'oggi, e con una buona introduzione storica, perché la storia oramai i vecchi dimenticano e i giovani non studiano più. Ma la mia situazione m'impone di astenermi non solo dalla politica, ma anche da qualunque attività che possa interpretarsi, sia pure in senso lato, come affine alla politica. Perciò il mio destino è di schedare oggettivamente e mussulmanamente i libri altrui. Anche il mio più accanito avversario, se mi vedesse alle prese con questo sistema di pedantesca acribia, si sentirebbe forse riconciliato.\nNon credere tuttavia ch'io viva nel passato, come molti fanno per loro comodità spirituale: mi sforzo invece di \"aggiornarmi\", di comprendere l'evoluzione dei tempi e di rendere giustizia alle nuove generazioni. M'interessa sovratutto il corporativismo. Avrai ricevuto il libro del Razza che ti feci spedire. Dell'estero in biblioteca si legge specialmente la \"Vie intellectuelle\", la quale ha ereditato il ruolo di München-Gladbach.\nFrancesca ti vuole essere rispettosamente ricordata. Donna valorosa e adattabile alle vicende, non si duole nemmeno di avermi dato quattro bambine – l'ultima ha sette mesi – perché i maschi, ella dice, ci avrebbero recato delusione. Con me vive, dopo la morte di papà, la sorella. Mio fratello Augusto lavora nel piccolo commercio a Borgo Vals con mio cognato Pietro. L'estate rivediamo i nostri monti ed allora riprendiamo forza e colore. Vedimi abbronzato e fiero al passo di Sella (Dolomiti) il 3 sett. 1933, dopo una faticosa cordata con mio fratello, sua moglie e due altri giovani amici. La montagna, la patria della natura è rimasta la nostra gioia. Ben comprendo la gravità del tuo sacrifizio di esule, quando penso alla terra. Per fortuna tu sai vivere in sfere altissime una seconda vita: quanti hanno letto ed ammirato come me la tua trilogia, hanno sentito passar alto nel cielo il volo del tuo ingegno!\nDon L. mi disse di averti incontrato in buona salute. Che ti debbo augurare per l'anno nuovo se non che il tuo forte spirito trovi sempre corrispondenza in un fisico resistente?\nCostretti a vivere lontani, senza quasi saper mai l'uno dell'altro – ho un'idea assai vaga della tua attività, della tua vita – affidiamo al Padre comune l'amicizia coi suoi voti e coi suoi desideri di bene. Buon anno dunque, carissimo don Luigi, e accetta il mio abbraccio fraterno.\nTuo\nAlcide\n\nSe mai volessi scrivermi qualche volta in biblioteca, indirizza: Augusto Frati, Bibl. Vaticana – perché i superiori non desiderano che noi, avventizi, ci facciamo dirigere colà la nostra corrispondenza. Il Frati è un custode che mi passerà certo la lettera: l'ho ben rassicurato che il nostro raro carteggio non potrà preoccupare nessuno.\n"} |
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{"filename":"342463af-2e17-4546-8dae-b791c685ab79.txt","exact_year":1934,"label":2,"year_range":"1931-1935","text":"Caro Filippo, credo superfluo tradurre letteralmente.\nIl signor Glenn Walton Blodgett, amico di Roosevelt è collezionista di autografi. Ne ha già raccolti 22 volumi. Cerca gli autografi storici. Spera che la collezione vada a finire nella biblioteca del Congresso di Washington ossia che venga conservata in eterno. Uno dei volumi riguarda la guerra europea. Gli mancano ancora molti italiani – vedine la lista a p. 2. Desidera ora il tuo. Ti sarà grato se gli manderai la tua sola firma, ma più lieto ancora, se aggiungerai alcune righe o addirittura una letterina. Abita a Seattle (vedi indirizzo in testa).\nIn fondo alla p. 2 aggiunge d'essere uno studioso di storia specie di quella militare e della storia della chiesa catt. e d'interessarsi dell'Italia, più che d'ogni altro paese europeo. Sta ora studiando l'italiano, per prepararsi ad una visita in Europa, a Roma sopra tutto.\nConfida che l'Italia e gli U. S. si manterranno in buona amicizia, specie durante l'amministrazione di Roosevelt, \"che è mio amico\".\nHa avuto dall'Italia molti favori ed autografi e si sente particolarmente obbligato verso il gen. Ugo Sani e Florenzio Aliprandi.\nDunque scrivi. Ti manda anche il buono per il francobollo.\nAffettuosi saluti ed auguri da tutti noi\nAlcide\n"} |
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{"filename":"59fe25a2-a4e5-47f2-972d-730d501a0e22.txt","exact_year":1936,"label":2,"year_range":"1936-1940","text":"Illustre senatore,\nvivo così appartato e tanto sommerso fra i libri vecchi che ho saputo in ritardo del Suo giubileo; né da me potevo immaginare che Lei, così giovane e combattivo nello spirito e così robusto fisicamente, fosse già per toccare i settanta.\nSpero tuttavia che vorrà ancora accettare, per la sincerità e la devozione che gl'inspirano, i più schietti auguri miei e di mia moglie.\nChe la Provvidenza Le conceda molti anni ancora di fecondo lavoro in serenità di spirito e col soddisfacimento di ogni Suo desiderio migliore.\nMi creda, illustre senatore, il Suo devoto\nAlcide Degasperi\nRoma\n"} |
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{"filename":"df87bd70-a00d-41d7-b4e0-10583b74e1ff.txt","exact_year":1937,"label":2,"year_range":"1936-1940","text":"Biblioteca Apostolica Vaticana\n\nGentilissimo ed illustre senatore,\nLa ringrazio delle Sue informazioni circa la corrispondenza Salvadori. La domanda era stata fatta, perché qualcuno degli amici ricorda d'aver sentito leggere dal Salvadori, in tono di consenso, un brano Suo sullo stato di purità nel quale l'artista crea, brano che all'amico parve appartenesse a una lettera personale, da Lei inviata al Salvadori. Ma, forse, ci fu equivoco.\nSono lieto ad ogni modo d'aver potuto cogliere l'occasione per rinnovarLe l'espressione del più distinto ossequio. Se di qui Le posso essere utile in qualche cosa, mi comandi.\nCon ogni augurio di felicità in famiglia, La prego di accettare un devoto saluto anche da mia moglie.\nSuo Degasperi\n"} |
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{"filename":"04b05af5-c013-4f1f-ad09-0a293eef8f31.txt","exact_year":1938,"label":2,"year_range":"1936-1940","text":"All'arch. Gio Ponti\nvia Domenichino, 1\nROMA\n\n\nPer Sua informazione Le comunico qualche notizia sullo sta to dei nostri lavori.\nGli elementi che finora possediamo mi fanno concludere che la futura Mostra sarà costituita di due sezioni quasi totalmente autonome: la Missionaria e la Orientale. Non vedo finora il nesso intrinseco che le congiunga, al di fuori di essere entrambe la prova che la Chiesa si è rivestita sempre e vuol rivestirsi ancor oggi dell'arte e dello stile che conviene ai tempi e ai luoghi ove agisce. Sarà possibile tuttavia per questo aspetto comune delle due sezioni o per altri legami intrinseci o estrinseci di costruire una unità espositiva? Non lo so, ma accenno soltanto al quesito, del quale l'architetto si dovrà certo preoccupare.\nPer la parte missionaria il piano generale non è ancora maturato. Molte circostanze fra le quali la guerra in Estremo Oriente, hanno l'effetto di ritardare richieste e risposte. Appena S.E. Costantini raggiungerà un certo grado di preparazione, La terrò informato.\nIntanto Le posso dare alcune notizie indicative se non definitive sul programma della Mostra orientale.\nLe sue prospettive sono eccellenti. Oltre la gerarchia ecclesiastica hanno promesso di collaborare tutti i più importanti direttori di Musei, collezionisti e specialisti del vicino oriente. Se non mancheranno i fondi necessari, si potrà contare su un grande e scelto numero di copie o di originali di molti monumenti, quadri, arredi, ecc. Il prof. Volbach, che ci consiglia in materia, ed ha già fatto altre esposizioni del genere, spera che si possano avere tutti i più importanti oggetti preziosi bizantini, icone, dipinti, stoffe che hanno a Spoleto, in S. Marco di Venezia, nel Duomo di Milano, a Ravenna, in Napoli e nella stessa basilica di S. Pietro, e in altre chiese di Roma e in molte altre chiese dell'estero.\nSi dovrà inoltre provvedere a numerose copie d'icone, di mosaici, affreschi, a fotografie di architetture.\nCiò posto, quale dovrebbe essere il piano generale della Sezione Orientale?\nIn una conferenza preparatoria di studio venne elaborato un programma che ebbe l'approvazione del Card. Tisserant, prefetto della Congr. Orientale, ma che, agli effetti della spesa, non fu ancora sottoposto al Comitato. Gliene anticipo tuttavia notizia, anche per la domanda che Le farò poi. Premetto che non si sono fissate ancora le dimensioni, ma solo le linee d'orientamento.\nLa Mostra Orientale dunque dovrebbe avere una sala principale che possa servire anche per i servizi religiosi, e che sarebbe dedicata al rito bizantino, e qui si terrebbero anche concerti di musica sacra dei vari riti orientali.\nTutto in giro poi si dovrebbero collocare delle sale o dei reparti, dedicati agli altri riti orientali minori: in ogni reparto ci sarebbe una parte storica che rappresenter ebbe l'arte del rito nei secoli passati (senza distinguere quindi se la relativa chiesa era unita a Roma o meno) e una parte contemporanea che raccogliere bbe oggetti d'arte, attualmente in uso nella relativa chiesa, unita a Roma. Si può prevedere che la parte storica consisterà in riproduzioni di mosaici, pitture, icone, architetture ecc., mentre la parte attuale oltre le icone conterrà specialmente oggetti di culto. Lo schizzo che Le allego Le offre un'idea molto approssimativa dei reparti che tale programma esigerebbe. Resta naturalmente da studiare se i reparti debbano essere proprio locali chiusi o meno. C'è chi dice che trattandosi in fondo di figliazioni dell'antica chiesa orientale primitiva, si potrebbe anche pensare ad un grande locale con varie edicole o cappelle laterali; chi invece trova artisticamente difficile tale soluzione. Ma qui non intendo darLe che un'informazione del tutto preliminare.\nDesidererei però sentire il Suo parere su una quesione particolare.\nIl laboratorio del mosaico vaticano sarebbe disposto a preparare a sue spese un grande mosaico, e precisamente a riprodurre il Cristo di S. Sofia in Costantinopoli, eventualmente il mosaico potrebbe venire collocato nell'abside della chiesa o cappella bizantina centrale.\nPrima che accettasse così generosa e preziosa offerta, desidererei trasmettere alla S. Congr. per la Chiesa Orientale anche il parere di massima dell'architetto, che di tale mosaico sarà chiamato a prevalersi per fini decorativi.\nStimo certo ch'Ella ne sarà entusiasta, ma forse avrà qualche suggerimento da dare in proposito?\nLe allego uno schizzo che ci rende intuitiva una certa base programmatica, senz'altra pretesa.\nColgo l'occasione per salutarla cordialmente e formulare ogni augurio per la Sua famiglia\n\nAlc. Degasperi\n"} |
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{"filename":"7b2bf721-02ad-442d-9912-3231cfef1ee4.txt","exact_year":1938,"label":2,"year_range":"1936-1940","text":"Caro D. Giovanni,\nla prego di mandarmi copia della lettera dell' arciv alla S. Sede o addirittura se può la bozza del foglio diocesano: d'accordo con Mons. Montini pubblicheremo con un certo rilievo nell' O.R.\nLa seconda cosa da farsi dovrebbe essere mi pare quella di vedere se non fosse possibile avere a Trento per tale occasione il Congresso mondiale eucaristico: non potrebbe incaricarsi di saggiare il terreno S. E. il Coadiutore che va a Budapest?\nIn terzo luogo attraverso le agenzie cattoliche Kipa di Zurigo e C. P. di Breda vedrò, appena o contemporaneamente alla pubblicazione dell' O. R., di far arrivare la notizia alla stampa cattolica del mondo, accennando anche al proposito di costituire un comitato internazionale. Mi pare che voi a tutti i vescovi radunati a Budapest o ai principali dovreste consegnare copia della pubblicaz. del foglio diocesano, aggiungendo la preghiera di voler mandare l'adesione. Forse vi si troverà modo anche di fare un appello verbale sull'argomento.\nNon vedo chiaro ancora per il comitato generale ma mi pare meglio fare una lista e invitare senz'altro quelli che si desidera compaiano: uomini di chiesa delle nazioni partecipanti al Concilio, studiosi, cultori di lettere e arti, ecc. Non incomincerei con chiedere subito contributi. Un qualche anticipo bisognerà farlo in casa; ma poi la campagna renderà. In quanto alla lista, bisogna prepararla con cautela: potrò, se credete, aiutarvi per quanto riguarda gli studiosi. Ad ogni modo tenetemi informato.\nCecilia (Lia) ha fatta la prima Comunione e manda a Lei il ricordino.\nColgo l'occasione per presentare a nome di tutti i più vivi ossequi a S. A.\nRicevo in questo momento l'estratto di G. C. Bravissimo e valoroso amico! Fa piacere vedere ancora qualcuno che si batte per il nostro buon nome e l'opera nostra. Che lezione a quell'untorello e massoncino! Lo ringrazi, cioè non lui, ma il suo confutatore, anche a mio nome: con plausi e cordiali saluti.\nSuo\nDegasperi\n\n\nAl M. R. Don Giovanni Viti,\nsegretario di S. A. il P. Arcivescovo\nTrento\n"} |
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{"filename":"e4e469d7-1932-4025-87be-1a5dd5442e3a.txt","exact_year":1938,"label":2,"year_range":"1936-1940","text":"Città del Vaticano\n\nSignor\nAvv. Tullio Odorizzi\nVia S. Pietro\nTRENTO\n\nCaro Odorizzi,\nnon creda che pensi a Lei solo nel momento che sto per chiederLe un favore. Mi sono sempre informato e, come permettevano le circostanze, l'ho seguito.\nSpero che prossimamente verrà in Sella a raccontarmi la Sua ultima ventura.\nIntanto ascolti ed esaudisca la mia preghiera. L'\"Illustrazione Vaticana\" ha ricevuto da un occasionale collaboratore, F. Mantovani Bolzano, una serie di fotografie con una specie di recensione sul libro degli alpinisti. Gli venne risposto che l'articoletto era insufficente e unilaterale, ma che si trattenevano le fotografie, per farne oggetto di una trattazione più ampia.\nIo penso che Lei possiede tutti i numeri per fare un magnifico articolo il quale illustri il programma della SOSAT e dia rilievo anche alla pubblicazione Gabrielli-Benetti della A.U.C.T., la quale potrebbe fornire anche nuovi e più atti motivi d'illustrazione. (Si possono riprodurre gli schizzi dell'edizione).\nNaturalmente l'articolo dovrebbe comparire almeno in Agosto, quindi bisognerebbe far presto. Molto da fare? M'immagino! Ma Lei quest'articolo lo deve sentire nel cuore e le idee lo faranno vegliare.\nApprofitti anche del materiale che Le mando e vi aggiunga quanto meglio sa.\nIo partirò per Trento o Borgo il 15 m.c.\nLa spero in buona salute. Grazie e mi creda\nSuo Degasperi\nindirizzo come intestato\no privatamente: Via Bonifacio VIII, 21\n"} |
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{"filename":"9e78ac5a-594e-4ee2-982f-94169eca8709.txt","exact_year":1938,"label":2,"year_range":"1936-1940","text":"Arch. Gio Ponti\nVia Domenichino, 1\nMILANO\n\nCaro architetto Ponti,\nElla ha ragione di lamentarsi che le cose vanno in lungo; ma il differimento al 1942 e la guerra in Estremo Oriente spiegano in parte la proroga di mese in mese di una seduta che dovrebbe impostare sopra tutto il bilancio. D'altro canto il meccanismo questa volta è più complesso. Di diritto sono le due Congregazioni che dovrebbero raccogliere il materiale; il segretario del Comitato non può che offrire i suoi servizi, coordinare, suggerire. È ciò che vado facendo con molte insistenze; ma al punto in cui sono le cose, non posso ancora farmi un'idea della spesa. Ora finalmente la Congregazione di Propaganda, su mia proposta, emana la circolare per avere tutti gli elenchi da esporsi con fotografie e schizzi, com'era anche il Suo desiderio.\nLe comunico intanto per Sua informazione, che la questione d'incaricare il pittore russo Sofronov, ora a Belgrado, a dipingere le iconi per un'iconostasi è già matura e la Congegazione Orientale è in massima d'accordo di assumere la spesa.\nLe dò anche notizia che Em. mo Card. Tisserant ci raccomandò per opere di decorazione, fotomontaggio ecc. il pittore Giorgio Peri, che già lavorò anche per due Mostre di arte sacra. Senza poter prendere qualsiasi impegno, anche perché l'inizio dei lavori è ancora lontano, scrissi al signor Cardinale che avrei segnalata la presentazione all'architetto Ponti: ed è ciò che faccio con questa mia.\nMi è grato cogliere l'occasione per ricambiare a Lei, alla Sua signora e a tutta la Sua famiglia gli auguri più cordiali. Suo\n\nDegasperi"} |
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{"filename":"08354bf1-d5b2-43be-a90b-744fe53a3ac6.txt","exact_year":1940,"label":2,"year_range":"1936-1940","text":"Illustre amico,\nvenni a Milano colla Sua lettera in tasca e col proposito di ricambiare a voce gli auguri e rispondere più intimamente alle domande in essa accennate; ma seppi da Stefano ch'Ella non era rimasto \"chiuso nella città, grigia prigione di cemento e di pietra\", ma, \"fiutando la foresta\" in quel giorno era in viaggio per Campiglio e vi era già arrivato. E da Milano dovetti scapparmene subito anch'io, dopo aver dato l'onesta consentita sepoltura alla probità dell'Ottocento, incarnata da Filippo Meda. Accolga dunque i miei auguri più vivi a nome anche di Francesca e voglia rispettosamente trasmetterli alla Duchessa. Sono in ritardo, ma ancora a tempo, perché arrivano coi Suoi re magi: \"E ciascun nell |
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{"filename":"b67f983a-2010-4112-bc67-6b57ad6186c7.txt","exact_year":1940,"label":2,"year_range":"1936-1940","text":"Caro Micheli, ricevo in questo momento la tua e telefono a DT, ma questi mi comunica d'averti già fatto scrivere che desidera un'esposizione in forma d'articolo. L'immenso e meritorio lavoro che hai fatto non sarà però perduto, perché o in una rivista o in un fasc. a parte la bibl. va pubblicata. Tu puoi facilmente, penso, trasformare la tua introduz. nell'articolo richiesto. Certo io avrei desiderato una pag. intera, e anche la bibl. non avrebbe guastato; ma così converrà provvedere a parte.\nTutti ti devono essere grati della fatica che non sarà sprecata.\nVeramente m'avevi detto che verso la metà saresti venuto a Roma ed io contavo allora di conferire assieme a te con DT .\nOra bisognerà adattarsi alle sue decisioni pur di fare qcosa entro la data stabilita.\nComandami ove posso\nAlcide\n"} |
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{"filename":"f1be6a87-493c-4a92-8e22-15056544a141.txt","exact_year":1941,"label":2,"year_range":"1941-1945","text":"Rev.mo P. Prefetto\nA. M. Albareda\nBiblioteca\nCittà d. Vaticano\n\nBorgo Vals. (Sella)\n\nDopo una burrasca che ha lasciato sulle alte cime uno spruzzo di neve fresca, torna il sole. Spero che questa razzia dell’inverno spinga le sue zaffate di fresco anche a Roma. Io faccio il poltrone e non mi muovo, ma la radio è muta e nessuno quassù sa ripararla e l’impianto di fortuna della luce elettronica fa rimpiangere il petrolio; e il mio ginocchio non mi lascia saggiare ancora il bosco. E non c’è il mio Pr. che mi dica col suo sorriso benedettino: Bisogna aver pazienza! I miei omaggi a S. Em. e a Lei devoti saluti da tutti noi\nSuo obbl.\nDG\n"} |
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{"filename":"5d18f96d-d712-4a4b-b06a-39506cbccef6.txt","exact_year":1943,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Caro Senatore,\nappena ora è arrivata al mio orecchio l'eco del Suo giubileo familiare. Accolga quindi, anche in ritardo, le mie felicitazioni e i miei auguri cordiali che prego trasmettere alla gentile signora Maria.\nIn questi ultimi anni La ho rivista sempre così fiorente e robusto che non m'è passato per la mente che stesse accumulando meriti e tempi per celebrare un così annoso giubileo. Di qui la sorpresa, un po' spiegabile collo stordimento portato dai tempi che corrono e dalla egoistica tendenza di non consultare troppo il calendario.\nChe il Signore Vi conceda, dunque, buona salute e ogni benedizione: ecco il voto che la mia famiglia invia alla Sua, mentre mi confermo\nSuo dev.mo\nDegasperi"} |
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{"filename":"56c1e104-310d-4313-b0f0-fab748e6590b.txt","exact_year":1943,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Roma\nN° 7\n\nLe condizioni attuali e in particolar modo le difficili ed incerte comunicazioni non consigliano ora la convocazione, già decisa, di un notevole numero di amici per un opportuno scambio di idee e per la nomina di un consiglio direttivo a carattere nazionale.\nProvvediamo pertanto allo studio di alcuni punti di più urgente interesse attraverso apposite commissioni e daremo comunicazione dei risultati di questi studi. Intanto per venire incontro al desiderio espressoci da varie parti, Vi rivolgiamo il seguente invito: Convocate al più presto possibile e non oltre il 15 settembre gli amici più autorevoli, più fedeli, più fattivi per procedere alla designazione di comune accordo di un Comitato Provinciale provvisorio di studi con un Presidente e un Segretario. Nel Comitato sarà bene includere anche gli esponenti dei centri più importanti della Provincia.\nRaccomandiamo di curare con particolare attenzione il recapito degli inviti in modo da assicurarvi la partecipazione, o per lo meno l'adesione scritta, degli amici che inviterete. Ci sarà gradito ricevere, per via sicura, copia del verbale.\nAnche dove si è già nominato un Comitato Provinciale, preghiamo di indire ugualmente la riunione e di procedere ad una designazione più formale.\nÈ superfluo raccomandare, perché in pratica già questo criterio gli amici tengono presente, che a far parte dei comitati vengano chiamati vicino a quelli che rappresentano l'esperienza di ieri, i giovani nella cui collaborazione tanta fiducia è riposta per l'opera di rinnovamento e di ricostruzione che il Paese attende.\nAppena avremo ricevuto queste comunicazioni, i rappresentanti dei Comitati Provinciali saranno convocati presso la città più importante della regione per la designazione di un piccolo comitato regionale di studi che, senza inutili interferenze tra i comitati provinciali e il centro, potrà svolgere, quando e ove sarà necessario, in questo periodo particolarmente difficile, opera di coordinamento e di collegamento tra Roma e le singole provincie.\nA queste riunioni regionali speriamo di essere presenti personalmente o a mezzo di nostri delegati.\nCordiali saluti\n\nAlcide Degasperi - Giuseppe Spataro\n"} |
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{"filename":"e4a4889f-eab2-419f-871a-c927be07a102.txt","exact_year":1943,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Caro Sergio,\nho letto la sua amichevole lettera, il suo profondo ed equilibrato articolo, il [...]stro programma di emergenza colla presentazione del conto ai liberatori. Mi rise [.]vo di rileggere e di ripensare ancora.\nMa oggi mi affretto a ringraziarla prima di tutto della sua preziosa disposizion [.] a partecipare al comune lavoro della D.C.. Le confesso che non avevo capite le s [..] rapide dichiarazioni assenteiste. Senza dubbio l’immediato domani esige lavoro r [.]costruttivo, ma l’antifascismo a cui dobbiamo ancora tenere non è quello impastato di rappresaglie, di bandi e di esclusioni, ma è il criterio che ci serve a identificare, misurare e giudicare gli stessi antifascisti e non fascisti: la me [.]talità antilibertaria della dittatura borghese-repubblicana, militare-monarchica o proletario - comunista, la passione rivoluzionaria dei comitati di salute pubblica, l’ambizione giacobina d’improvvisare riforme, la suggestione del nuovo, dell’ardito a qualunque costo. Lei sa che queste sono mie preoccupazioni vecchie; ma forse non sa che si sono radicate ancora più profondamente nell’animo mio, in questi ultimi mesi di cospirazione (passi la presuntuosa parola) antifascista. Sventuratamente mi persuado sempre più che il fascismo è una mentalità quasi congenita alla generazione più giovane, una mentalità del resto atavica, nella quale riaffiorano molti fermenti del Risorgimento. Noi siam un po’ nella situazione di Cesare Balbo e (un po’ più sinceri) di Gioberti in confronto degli insurrezionisti alla Mazzini; ma questa volta abbiamo il vantaggio di patrocinare la libertà in contrasto con l’esempio più esiziale dell’ant [.]libertà demagogica: il fascismo. Ed ecco perché, in tale senso, l’antifascismo è una pregiudiziale ricostruttiva. Lei capisce, quest’antifascismo non riguarda la tessera, ma l’animus, i metodi della vita pubblica. Del resto, ove trova Lei, nel suo veramente magnifico articolo-programma di Studium l’antitesi che le perme [....] il chiarimento e l’esame di coscienza, e l’esposizione dei propositi futuri se non nell’antifascismo? Che cosa si sarebbe dovuto fare, come e perché si è peccato, quale e quanta la nostra parte di colpa? Poiché nella dialettica umana il modo polemico suole essere il più efficace per ritrovare se stessi, ecco che l’a [.]tifascismo dovrà offrire a noi ancora per un pezzo un vasto campo di ricerche e orientamenti. Aggiungo che politicamente ne abbiamo bisogno anche per difendere [..] relativa bontà della democrazia e far tacere i cercatori di bene assoluto.\nCredo che siamo d’accordo, vero? Anche se in tal maniera l’antifascismo sia un freno per la tecnocrazia? Lo permetterà di dire a me che, uscito dalla biblioteca, nel breve spazio di tempo che m’era consentito di farlo, sono venuto da voi e da altri in tutta umiltà per imparare ed aggiornarmi, con una sete del concreto e dell’elemento tecnico che non s’è lasciata vincere nemmeno dalla relatività delle conclusioni che i tecnici stessi da tali elementi ricavavano.\nPlaudo toto corde alle linee direttive di Studium (e al coraggio di pubblicarle ora). Questo articolo e l’articolo e il gesto di Andreotti mi piacciono immensamente: riabilitano l’ A.C. da tanti misrevoli adattamenti. Ecco il vantaggio della rivista, del settimanale di pensiero. Questa è la trincea, donde si possono puntare le artiglierie grosse, senza partecipare alla mischia quotidiana. I quotidiani no, per la contradizion che nol consente, e non comprendo come molti uomini saggi di A.C. questo non vogliano ammettere.\nDunque sono pienamente d’accordo col proposito ricostruittivo e con quello di non slittare: questo secondo è il più difficile e sarebbe davvero un immenso progresso se non si ripetessero gli errori del ’19, quando si fece la guerra al P.P. in nome dell’“anima cristiana”!\nIl “breve appunto” è un titolo modesto per un programma di emergenza: contributo prezioso. Potreste elaborarlo con motivazione per ciascun punto e omettendo naturalmente le punte ironiche introduttive? Mi pare utilissimo averlo in pronto, all’americana.\nLa mia curiosità è intensa di leggere le vostre conclusioni economiche, a integrazione di Malines. Tecnica economica e teologia: i belgi si sono sempre lamentati di non avere un contributo tecnico sufficiente. I vostri teologi sono più fortunati. I politici in genere hanno sempre rappresentato l’elemento più liberale. P. 224, primo capoverso, di Studium mi tranquillizza. Quando mi sorprendo con questa costante preoccupazione, sorrido di me, uomo, e dell’esperienza che feci. E pensare ch’ero il più ardito interventista della compagnia (senza la demagogia migliolina), ammiratore del Müller, uno scolaro, attraverso gli epigoni, del Vogelsang.\nDunque, concludiamo per il momento: partecipo di lontano coll’augurio ai vs. lavori e ne spero molto, per i cattolici e per i politici. Se ci sarà da imparare (e come non sarà?) mi avrete scolaro entusiasta, collo sguardo all’avvenire.\nDunque al comune lavoro per la nostra Patria, se Dio vorrà! Buona ventura!\nSaluti cordiali in casa\n"} |
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{"filename":"0bfae7a7-1cc6-44f7-8c9b-5acca0a32354.txt","exact_year":1944,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Carissimo, ebbi la tua ieri coll' odg. soc. e ancora stamane dell' odg una copia e dell'accompagnatoria un sunto trasmisi al mio secondo con l'incarico di cominciare la consultazione cogli amici di partito. A una seduta che prenderà decisioni formali spero di poter intervenire anch'io, benché ancora non sappia come, non potendo per il momento abbandonare il mio rifugio, senza rischiare di perderlo. Queste circostanze, assai simili, immagino, alle vostre, spiegheranno come la procedura sarà piuttosto lenta.\nPlaudo perciò alla tua decisione di non precipitare nulla e non convocare il Comitato, prima che siano consultati i partiti.\nÈ chiaro che a una precisazione, dopo il congr. di Bari, bisognava venire; ma era logico che la spiegazione dovesse avvenire appena il nostro comitato e la commissione di Bari potessero prendere contatto. Qual è la vera ragione che spinge i soc. a forzare la dislocazione del Comitato, prima dell' occupaz. di Roma? È il tentativo di prevenire i comunisti e impedire loro una positiva azione di governo?\nChi è l'iniziatore del colpo di Bari? È probabile siano i soc. trascinanti gli altri due? Qui il nostro M. così abile in esplorazioni potrebbe forse scoprire la verità. Anch'io richiamerò l'attenzione dei miei sull'importanza di conoscere gl'ispiratori della mossa.\nLa disinvoltura di N. è veramente fenomenale. L' o.d.g. soc. s'identifica colla proposta giacobina di Bari (permanenza) per l'incriminazione di V.E. e deplora che non sia stata accolta; quasi che tale proposta non sia recisamente contraddittoria coll' odg del CLN, il quale – anche concedendo e non ammettendo l'interpretazione più ampia – supponeva almeno che il re investisse il nuovo governo auspicato. O il re si può incriminare e accantonare ad un tempo? Comunque quando mai si parlò di accantonare non il re, ma la monarchia in tutti i suoi possibili detentori? E come possono i soc. lamentare le nostre interpretazioni restrittive quando essi ne sostengono di casi amplificative?\nDa rilevarsi anche che l' odg soc. as segna, alla lotta in corso non solo l'indipendenza, meta comune agli antifasc. del CLN, ma anche la repubblica, meta dei repubblicani pregiudizialisti e, ancora, perfino il socialismo, dunque la repubblica socialista, cioè il programma massimo del socialismo-rivoluzionario. Come si può imporre un tale programma a una coalizione democratica?\nDi fronte a che il nostro richiamo alla libertà, al metodo democratico nella consultazione popolare, alle Democrazie Unite mi pare trovi risonanza nella coscienza del paese e corrispondenza nei suoi supremi interessi. Condivido la tua speranza che i nostri tre gruppi almeno troveranno e manterranno tale linea.\nAppena i miei saranno pronti, io ti avvertirò e tu, sentite anche le altre parti, potrai decidere della convocazione. Certo mi parrebbe prima desiderabile una intesa e uno scambio d'idee fra i tre.\nMentre scrivo i vetri sono scossi per il lancio delle bombe. Qual pena che in così tragici frangenti non ci si senta tutti fratelli e che l'inguaribile demagogia ci inviluppi in manovre così impari alla grandezza dell'ora! – Nel frattempo avrai ricevuta la risposta del generale ch'io lessi per via. Anch'essa prova che vi sono intenzioni torbide e che non c'è la lealtà necessaria per una coalizione così numerosa. Ho anche saputo che le ns. decisioni circa lo sciopero non furono riportate esattamente.\nFeci sapere che noi avviammo la decisione al C.L.N. n° 1 o n° 2 e, ad ogni modo, istruii il nostro rappresentante nel Com. sind. perché si modificasse il manifesto nel senso che si intendeva provved ere affinché lo sciopero, proclam. come operaz. di guerra, non risultasse rivolto contro la cittadinanza e le sue esigenze essenziali.\nMa se la Provvidenza non ci mette la mano!\nIo sto giorno per giorno guarendo dalla costipazione e questo è l'unico vantaggio dell'attender lungo. T'auguro salute e prudenza; sono certo che avrai l'energia necessaria per domani.\nAffettuosamente,\ntuo Porta\n"} |
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{"filename":"b2ec5012-af67-4a97-81a9-be0d509a585b.txt","exact_year":1944,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Carissimo,\nho ricevuto il tuo biglietto, inviato ieri.\nSpero che sia venuto da te P. che ti avrà informato. Giov. ha chiesto di leggere attentamente il testo di Ivo, e glielo ho dovuto lasciare; perché desidera proporre qualche leggera modificazione; e fra l'altro vuole tentare di entrare più nel concreto dei poteri reali, da pretendere: io non sono di questo parere, ma gli dissi di tentare di formulare e dovremo rivederci, per concludere. Capirai che essendo stato Giov. complice della formula totalitaria gli devo lasciare una certa precedenza nel tentativo di disincaglio.\nNel giorno in cui verrà convocata la nostra direzione desidererei prima o dopo incontrarmi con Ivo o con te o con tutti e due per fissare la procedura. In complesso mi pare d'essere d'accordo colla tattica da te consigliata: accetterei anche di non insistere nella Dichiaraz. presid. su una formula positiva di collaborazione con se (desiderio alessandrino) purché si fosse in chiaro che, nel caso concreto, quando s'imponesse, gli alessandrini non ci attaccherebero sul fianco. Sono poi anche d'accordo che si debba affrontare la questione dei poteri proprio ora, posto che fu sollevata; salvo a vedere in subordinata come si possa tuttavia tenere ancora in vita il comitato.\nDovremo proprio comunicare antecedentemente la dichiaraz. presidenziale, visto il loro contegno?\nSe mai all'ultimo momento.\nTenete poi anche presente che i d.c., messi in causa pubblicamente dall'Avanti, intendono (prima o dopo la deliberaz del Comit ) difendersi anche pubblicamente, sia pure senza pregiudicare la tattica del Com .\nSpero dunque che potrai combinare con P. un appuntamento, per gli ultimi accordi. Ma mi pare che (per la) seduta decisiva si andrà alla fine della settim . prossima, se non più in là.\nAffet .\nPorta\n"} |
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{"filename":"e5610bad-ae3d-46e0-ba62-24eaa3ff58bc.txt","exact_year":1944,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Caro Paronetto,\nho letto con grande interesse il tuo promemoria; appena posso ne riparlerò. Continua a consigliarmi colla tua coscienza illuminata dalla realtà oltre che dalla tua bontà.\nAppena mi daranno fiato, ripenserò alle cose che metti in rilievo. D’accordo per Giordani. Spero si arrivi in tempo.\nScrivimi ancora e non darmi dell’ill.m̃o. Ossequi a mamma; auguri per te, la tua Signora e Sorella\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"cb727827-ef56-4e87-ae63-b568f6883e39.txt","exact_year":1944,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Roma\n\nGent.mo Colonnello,\nmi permetto di intervenire presso di Lei per segnalarLe direttamente un deplorevole equivoco nel quale si è caduti in occasione del provvedimento di sospensione di alcuni funzionari dell’ Isituto per La ricostruzione Industriale (I.R.I.), preso il 25 luglio u.s. dalla A.C.C.\nSi tratta del Dr. Sergio Paronetto, il quale è stato sospeso per epurazione, per essere rimasto in carica dopo l’8 settembre, accettando anche la promozione a Vice Direttore, necessaria a tale scopo.\nNon entro nel merito della questione, poiché avendo presa visione degli atti, sono ben convinto che, qualsiasi persona in buona fede non potrà che apprezzare i motivi che hanno ispirato il suo contegno e lodare il suo comportamento nel periodo della occupazione di Roma.\nRitengo invece mio stretto dovere segnalare le qualità di questo giovane e valente funzionario, che conosco intimamente e che seguo da vicino da alcuni anni come uomo di saldi principi morali, di sane convinzioni politiche, di perfetta integrità. Per quanto riguarda il suo atteggiamento politico io posso attestare i suoi sentimenti democratici ed antifascisti.\nGià nell’inizio del 1940 egli mise a disposizione degli uomini che preparavano la vittoria dell’antifascismo le sue cognizioni ed esperienze tecniche, relative alla situazione industriale ed al futuro assetto economico; nel periodo più vivo della attività cospiratoria e clandestina egli collaborò attivamente, valendosi appunto anche della sua qualità di funzionario, all’opera mia e dei miei amici per attuare ed animare la resistenza.\nDopo ciò non dubito che la giusta richiesta avanzata dal Dr. Paronetto, di ottenere una immediata revoca del provvedimento che lo ha colpito da parte dell’autorità stessa che lo ha emanato, possa essere accolto senza ulteriori rinvii.\nSi aggiunga che nella nostra scarsezza di uomini proparati all’opera di ricostruzione, sarebbe un delitto privarsi di giovani della sua tempra e della sua preparazione tecnico-scientifica.\n"} |
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{"filename":"c65fbfe7-39a1-4b76-9d9d-076dae63c7ba.txt","exact_year":1944,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Caro Sturzo,\nti scrissi da Napoli, ma non ebbi risposta. L'hai ricevuta? Scelba ti spiega in una a parte i punti che non ti sono chiari. Noi ti siamo gratissimi per la tua opera costì, la quale è molto valutata. Sei l'ambasciatore del popolo italiano, prima che il governo ne possa nominare uno. Sono in un ingranaggio che mi maciulla talmente da non lasciarmi nemmeno la calma di concepire una lettera. Un governo di sei partiti coi problemi più gravi aperti è un miracolo di equilibrismo quotidiano. Si aggiunga l'organizzazione del partito. Confido che tu sia d'accordo con la mia dichiarazione di Napoli. Grazie del tuo saluto e del tuo manifesto, ottimo e tempestivo. Unire tutti i d.c., sollevarci al di sopra della questione contingente della forma statale è opera difficile e improba, perché la passione politica e di fazione è nel sangue. Nonostante la mia pazienza e oggettività i repubblicani \"a qualunque costo\" mi creano imbarazzi (cfr. opuscolo di Ravaioli), come fino a ieri ce li creavano i monarchici: ora questi ultimi si acquietano. Il referendum dovrebbe essere il metodo più sincero per dirimere; altrimenti si dovrà farlo a mezzo delle candidature, il che vuol dire rischio di dividere forze che hanno pur necessità sostanziali di stare assieme. Ecco il problema di domani.\nLa tua ultima comunicazione radio ci fa sperare che gli alleati ci aiutino. Ti allego a parte una risposta che su mia responsabilità personale, ho dato a un amico americano che mi chiedeva: come possiamo aiutare?\nSe hai occasione di farmi sapere il tuo avviso sulle cose nostre, sarò gratissimo. Grazie e un abbraccio di cuore.\nAlcide\nPenso che da Napoli ti sia stato inviato nuovo materiale, ma non so se ti sia già arrivato.\n\nAffettuosissimi auguri e saluti da tutti i miei e dagli amici, a te più che mai devoti.\nAlcide\n"} |
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{"filename":"4f68fa9b-3f5a-4a13-b96c-6aa204c9b0ec.txt","exact_year":1945,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Roma\n\nCaro Micheli,\nho presentato alla Direzione la tua lettera di dimissioni. La Direzione se n'è dispiaciuta assai e mi ha incaricato di pregarti di ritirarle. Ignoro quali siano le “ragioni personali” che ti muovono, ma è certo che “la diversità di vedute\" non è mai apparsa tale da impedire una tua collaborazione, assai utile, anche se critica. Lo dimostrò lo svolgimento dell |
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{"filename":"b7f9e328-5bbf-486b-b307-5f826dd4804c.txt","exact_year":1945,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Roma\n\nCaro Togliatti,\nho fatto più rapidamente ancora di quanto mi chiedi. Ho telefonato a Bonomi preannunciandogli che o lunedì sera o martedì mattina tu e io faremo un passo presso di lui per pregarlo di presentare alla prossima seduta un progetto per l’inclusione del voto femminile nelle liste delle prossime elezioni amministrative. Facesse intanto preparare il testo del decreto. Mi ha risposto affermativamente.\nHo mandato poi per memoria anche una lettera di cui ti allego copia.\nDomani e lunedì mattina sono purtroppo assente. Poi ci telefoniamo.\nCordialmente\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"eebf69e5-bee8-4e2b-bcc2-be0d26dd3914.txt","exact_year":1945,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Carissimo,\nho ricevuto tre giorni fa le tue lettere del 22.12.44 e 14.1.45 e colgo il destro di quest'occasione straordinaria per risponderti e riferirti, inviandoti anzitutto fervidi auguri, ringraziamenti e felicitazioni per la tua attività, che tutti lodano e riconoscono. Tutti in privato dicono che il più indicato per l'ambasciata saresti stato tu, benché un resto di rancido e accidioso antclericalismo abbia tardato fino al mio arrivo a pal. Chigi l'invio di un ufficiale ringraziamento e esso stia ancora in agguato, nonostante le tue dichiarazioni di probabiblismo repubblicano. I suggerimenti tuoi attorno a tale nomina avevo ricevuto o comunque intuito a tempo; ma l'uomo d'affari fu cercato invano. Escluso per la sua volontà Einaudi, ogni altro si dimostrò inutilizzabile, sia per sostanziali compromissioni col fascismo, sia per l'interpretazione che viene data anche a compromissioni, obiettivamente formali. Il presente era consigliato fortemente da Sforza e benché sia ovvio che meglio sarebbe stato evitare emigrati che, per quanto benemeriti, hanno suscitato costì contraddizioni, egli ha un così serio proposito di agire al di sopra dei partiti che confida che gl'italiani tutti sorreggano questo suo impegno. T stesso avrà modo di spiegarti perché gli si accompagna come cons. commerciale lo Scaretti, grande amico di Kirk. La nomina di T che già sarebbe arrivato costì con Sforza, come suo secondo, ha avuto l'effetto di distendere i nostri rapporti con i due partiti rimasti fuori del governo, ma certo quest'effetto buono di politica interna non mi avrebbe indotto per se solo a proporre la nomina, se avessi avuto una soluzione di uomo d'affari indiscusso e di primo ordine. Qui di tocca al problema angoscioso dell'epurazione. Esso meriterebbe che venisse discusso e presentato al pubblico internaz. in modo oggettivo. I tecnici, cioè gli uomini che non fecero politica, ma in forza della loro funzione o competenza specifica, vennero di fatto utilizzati dalla dittatura ventennale nell'amministrazione o nell'attività economico-tecnica libera del paese, devono per ciò stesso essere esclusi da ogni servizio? I soviet utilizzarono gli ufficiali zaristi, mettendo loro accanto il commissario politico; noi invece ci priviamo di ottimi tecnici finanziari e culturali, per avere essi servito, prima della guerra, il regime fascista. Soleri ed io ne sentiamo duramente le conseguenze; e altri mira a sguarnire lo stato borghese.\nContrariamente all'opinione di Sforza, io ho insistito, perché la grande maggioranza di funzionari che vanno con T siano di carriera. Il 1° cons. Di Stefano credo sia uomo abile, fidato ed equilibrato servitore dello Stato. T ha voluto portare come suo uomo di fiducia Almagià, che sarà seguito da Ivella, segretario di Sforza. Molto m'impressiona la scelta per la Francia e altrove (Podestà venne inviato dalla B d'It senza interpellarci, con una missione specifica e tecnica). Le trattative con la Francia furono dure. Bidault fu l'unico che non rispose nemmeno al mio telegramma di saluto, mentre Stettinus, Molotof Eden (questo a denti stretti) risposero. Ora abbiamo inghiottito l'amaro boccone della rinunzia incondizionata e speriamo che tutto – grado a grado – si appiani. Ma il nuovo ambasciatore avrà compito scabroso. Circa il quale le pressioni sono molteplici. Chi vuole Sforza – per ragioni esterne e interne –, chi un nostro che tu nomini, chi Saragat. Appena costituita l' ambasc, si potrà affrontare in pieno la questione dei prigionieri in Algeria, che stiamo seguendo. Non ci sono che i pacchi dall'America, perché noi non abbiamo né viveri né abiti. Facciamo il possibile e il Vaticano il suo meglio. (Prima che mi dimentichi: Bonomi ebbe la tua risposta al suo augurio a te del 29 dicembre appena il 15 febbraio). Con tali ritardi senza cifra, con M Millan spessissimo in Grecia, e l'ambasciata inglese in clinica, mi riesce difficilissimo procedere.\nCol governo va meglio, perché 4 sono meno di 6 e i comunisti dimostrano un realismo più edificatore. L'aver superato lo scoglio del pane mi pare gran cosa. Ora è la volta della Consulta. Ciascuna questione è un travaglio logorante. Gronchi va assumendo una posizione più centrale che va incoraggiata, mentre Grandi subisce talvolta le suggestioni dell'ambiente classista e della sua buona fede. Quante volte sentiamo il bisogno della tua autorità e competenza! È possibile che l'attuale compagine governativa non si rinnovi prima di Milano. Rassicurante per il Nord è che i nostri partigiani sono in qualche provincia assai numerosi e ovunque notevoli. Ma lo sbandieramento che in ogni occasione fanno i comunisti, il loro inneggiare alla Russia, il loro vantare il vento del Nord mette gli alleati in sospetto di una seconda Ellas. Questo spiega la resistenza che incontra ogni nostro tentativo di ottenere concessioni in senso autonomo; mentre, d'altro canto, certi fatti che vengono riferiti dal Nord noi non possiamo né vagliare né contestare; quindi ci manca la possibilità di assumere garanzie. Il nostro ultimo tentativo fu di persuadere che il vero metodo di mantenere l'ordine del Nord e il procedimento democratico anche nella questione istituzionale è quello di rafforzare il presente governo nella sua posizione morale (sostituzione dell'armistizio con uno statuto di cobelligeranza) e finanziaria (non interpretare \"spese di occupaz\" come \"spese di guerra\"). Esso è ancora in corso né dispero di cavarne qcsa . Ma la minaccia e il tentativo di qualche partito di forzare ora la quest istituzionale, prevenendo la consultazione popolare, aumenta l'irrigidimento di quei gruppi esteri che, anche per altre ragioni, ci sono ostili, mettendoli in sospetto di un più radicato rivolgimento. Di qui innanzi la questione della frontiera orientale diventerà discriminante, sia per i partiti interni che per le potenze estere.\nDel partito possiamo lodarci, perché aumenta in forze; tuttavia i nostri mezzi non sono ancora sufficienti per concorrere con la dilatazione comunista, né finanziariamente e intellettualmente siamo così forti da batterci in condizioni corrispondenti alla nostra massa numerica. Abbiamo consapevolezza dell'urgenza dello sforzo. Ti scrissi altra volta della stampa con riguardo a Boland, a cui ho inviato ringraziamento e rendiconto. In complesso la disciplina è buona nelle varie provincie del partito. Una certa paralisi si consta nella città di Roma, perché Ravaioli si ostina a fare della pregiudizionale repubblicana la discriminante attuale, il che aggraverebbe la nostra situazione interna ed estera e ci sfiancherebbe. Una sua rivista Politica d'oggi è rivolta a tale propaganda, né i miei tentativi di persuaderlo hanno giovato, benché nello stesso tempo io sia intervenuto ad impedire qualsiasi propaganda monarchica, qui e altrove. Il compito di mantenere l'unità, fino alla necessaria battaglia è gravoso e supera le mie possibilità di tempo e fisiche.\nDifficile è anche raggiungere l'accordo colla Conf del lavoro. Ho cercato di organizzare a sé i contadini coltivatori diretti ma Grandi s'è lasciato suggestionare a includerli nelle Federterra; e non sono ancora riuscito a mettere ordine. Tenterò nell'imminente Cons Naz . È strano come Grandi sia suggestionato dalla propaganda Di Vittorio. Meno male che in ciò Gronchi e io siamo d'accordo in pieno. Chi aiuta moltissimo è Campilli. Io abbandonerei volentieri la Direz del Partito, ma pare che tutti siano del parere ch'io debba restare. Converrebbe in tal caso rafforzare la segreteria. Certo il peso sulle mie spalle è veramente eccessivo... Ed ora basta delle nostre querimonie. Ho pregato Tarchiani di facilitare in tutti i modi le nostre comunicazioni; ti sarò grato se mi darai consigli e suggerimenti, quando credi opportuno e utile.\nFrattanto ti auguro che continui in buona salute (Poletti mi disse di averti trovato bene) e possa tornare in patria ove tutti ti desideriamo, purché non ti nuoccia il viaggio. Francesca e le mie figliuole (le due che conoscesti stanno negli ultimi corsi dell'Università) ti mandano tante cose affettuose. Pietro Romani è a Borgo, non sappiamo se ancora tenuto in arresto, Augusto, mio fratello, scappa di casa in casa a Milano per salvarsi; Mentasti è riuscito a fuggire dal carcere e riparare in Svizzera. In genere i nostri si battono bene lassù e il clero si comporta magnificamente. Qui Jacini mi aiuta assai e attende il suo turno con pazienza.\nTi abbraccio con l'antico affetto\nAlcide\n\n\nHo molta fiducia nello spirito equilibratore di T e nella zelante cooperazione di Di Stefano. Non so se Scaretti supererà le difficoltà inerenti alla sua persona e al suo ufficio. Comunque bisogna aiutare perché ci sia una collaborazione. Siamo troppo bisognosi per darci il lusso di dissensi. Ho corrisposto recentemente con tua sorella che si mantiene sempre giovane e svelta.\n"} |
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{"filename":"a1554e15-f105-4d50-bbab-b4e2f5dfa21c.txt","exact_year":1945,"label":3,"year_range":"1941-1945","text":"Roma\n\nCaro Zanotti Bianco,\nin relazione a quanto mi hai scritto nella tua del 4 corr. circa il Prof. Tommaso Castiglioni, ti comunico che nulla osta da parte del Ministero a che egli resti a Ginevra presso quella Università a condizione però che rinunci al trattamento economico fattogli dal Governo italiano, a somiglianza di quanto hanno fatto i suoi colleghi i Prof. Arcari e Contini, i quali sono ora retribuiti dal Governo svizzero. Egli, d'altra parte, continuerà a far parte del ruolo con tutti i benefici conseguenti.\nQuesto è tutto ciò che si può fare, in quanto ragioni valutarie rendono impossibile, almeno per il momento, l'assegnazione di un incarico sul bilancio di questo Ministero.\nTi ricambio cordiali saluti\nDegasperi\n\nComm. Umberto ZANOTTI BIANCO\nPresidente Generale della C.R.I.\nROMA\n"} |
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{"filename":"3402adfd-6eb8-489a-93c0-a1b10751bef1.txt","exact_year":1946,"label":3,"year_range":"1946-1950","text":"Roma\n\nCaro CROCE,\ntu sai che la questione delle nostre terre giuliane sta in cima ai miei pensieri; comprenderai quindi che la tua segnalazione della nota che ti ha presentata l'Ing. Vidulich Premuda riguardo la costituzione di un Comitato di studi sulla regione, mi è stata veramente preziosa.\nGiorni or sono ho ricevuto il Comitato di liberazione regionale di Trieste e i consultori giuliani; ho accolte nei limiti del possibile le loro richieste, e ho promesso la mia piena assistenza ed il mio aiuto. Una delle richieste concerneva appunto la costituzione della commissione in parola; ora attendo che mi siano proposti i nomi dei componenti.\nPer quanto riguarda lo studio delle provvidenze economiche in favore della regione posso comunicarti, con piacere, che la Commissione per la redazione del progetto dell' internalizzazione del porto di Trieste, istituita presso il Ministero degli Affari Esteri e di cui fanno parte degli esperti giuliani, ha ultimato i suoi lavori redigendo con grande cura un progetto, il quale segue il concetto politico che la diminuzione della sovranità, conseguente all' internalizzazione del porto di Trieste, deve essere compensata con effettivi vantaggi del traffico per il porto stesso.\nTi ringrazio ancora per il tuo interessamento e ti prego di assistermi sempre col tuo saggio consiglio in quest'opera, cui cerco di dare il meglio di me stesso.\nCredimi cordialmente\nDegasperi\n\nAl Sen. Benedetto CROCE\nConsulta Nazionale\nRoma\n"} |
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{"filename":"f0bc124d-6ae7-4473-9c26-6e37349e60b8.txt","exact_year":1946,"label":3,"year_range":"1946-1950","text":"Roma\n\nCaro Togliatti,\nin occasione della firma dell’ultimo decreto avvenuta ieri il Re mi ha accennato ad una eventuale amnistia che si potrebbe concedere secondo le tradizioni.\nMi pare che volesse riferirsi ad un provvedimento limitato a reati comuni di minore gravità.\nHo risposto che avrei sottoposto l’idea alla tua considerazione, il che faccio con la presente.\nÈ naturalmente esagerata e contraffatta la notizia che ha pubblicato qualche giornale della sera.\nCordialmente\nDegasperi\n\nDr. Palmiro TOGLIATTI\nMinistro di Grazia e Giustizia\nRoma\n"} |
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{"filename":"a92154f2-c4a5-4199-bf94-39c4ceb570d3.txt","exact_year":1946,"label":3,"year_range":"1946-1950","text":"Caro D. Luigi,\nabbiamo parlato col card. Mooney della tua attività e della tua salute, e nel considerare la meritata estimazione di cui godi ho sentito l'orgoglio di essere con te in rapporti di affettuosa amicizia.\nColgo l'occasione del rimpatrio dei cardinali per confermarti ch'essi tutti dimostrano una sincera comprensione ed amicizia per l'Italia; ed io penso che tale preziosa amicizia il nostro paese debba in buona parte all'infaticabile e luminosa opera tua: altro titolo alla nostra gratitudine.\nColgo l'occasione per ragguagliarti succintamente sulle decisioni politiche delle ultime due settimane, che furono delle più critiche e più laboriose della mia vita. Mi dovetti prodigare fino al limite delle mie forze per trarre la barca a salvamento. Avevamo: 1) la legge del '44 colla rigida interpretazione americana, che interpretava l'art. 4 come impegnante per la costituzione del regime luogotenenziale durante il periodo costituente, interpretazione affermata qui dal luogotenente e che trovava in suo favore tutti i più noti costituzionalisti; 2) la posizione delle estreme in favore dei poteri assoluti della costituente e non solo in materia costituzionale ma anche in materia legislativa in genere, compresa la formazione del governo; 3) l'atteggiamento dei liberali, appoggiati da tutta la destra fuori del governo per un referendum preventivo e per la limitazione della facoltà legislativa dell'assemblea; 4) infine al centro il nostro atteggiamento che senza dichiararsi assolutamente contrario al referendum, lo sconsigliava ed era per una costituente a poteri legislativi limitati (salva la materia costituente).\nLiberali da una parte e estremi dall'altra puntavano sulla loro soluzione colla minaccia di abbandonare il governo. Dopo numerosi assaggi fra i partiti (compresi i repubblicanidi Pacciardi e i monarchici di Lucifero) e colloqui col luogotenente, cercai di ripartire equamente il malcontento con una proposta mediatrice, che mi pareva anche nel merito razionale e prudente: l'assemblea nomina i ministri, al luogotenente rimane la sola promulgazione delle leggi e la rappresentazione coll'estero, il governo è responsabile di fronte all'assemblea, ma si occupa, oltre che della costituzione, solo di materia legislativa ordinaria. Dopo la formulazione dei principi fondamentali della Costituente e non più tardi del quinto mese l'assemblea sottopone a referendum i principi e la questione del Capo dello Stato. I liberali che pendono sempre di più per la monarchia (reggenza del piccolo) si dichiararono contro, perché interpretarono la mia soluzione come la repubblica negoziata, i sinistri non vollero la presenza del luogotenente neanche nei primi 5 mesi, il luogotenente stesso dichiarò di preferire di andarsene subito dopo un referendum preventivo. Sbarrata questa via non rimanevano che le due tesi antitetiche, e allora ciascuna parte, per varie ragioni, dopo un faticoso travaglio, si acconciò al referendum preventivo, giacché una crisi avrebbe rimandate le elezioni all'autunno e forse la situazione sarebbe passata al centro destro (Nitti), fuori del C.L.N.\nPacciardi stesso coi suoi, pur protestando, se ne rimane fuori della Consulta, per non ostacolare colla sua intransigenza il compromesso raggiunto. L'accordo è stato accolto con un senso di liberazione da un incubo: voci di preparativi armati sulle due ali, l'accanimento del qualunquismo, la crisi economica, la situazione estera, tutto questo spinse istintivamente a ricorrere a quell'arbitrato popolare al quale avevo pensato io stesso a Salerno, come ad una valvola di sicurezza.\nCertamente ora anche il plebiscito può diventare una cosa seria e pericolosa; bisogna che Dio e la gente saggia ci aiutino. Ma ogni altra via era più pericolosa o sbarrata. Sono convinto che anche tu, che sentivi più di me le preoccupazioni del referendum, converrai che altro non c'era da fare.\nAvremo il congresso del partito probabilmente il 14 aprile o giù di lì. Fervono i preparativi per le amministrative. La situazione è inquinata dalla stretta alleanza socialcomunista. Saragat torna da Parigi per sbloccare, ma se Nenni s'impegna a fondo, credo che la situazione non si modificherà.\nSpero avrai ricevuto il mio telegramma di risposta alle tue domande. Nei prossimi giorni tenterò di costituire costì una sezione dell' Ansa, forse con Gasperini che sta a Londra. Ci vogliono molti quattrini.\nTornando al congresso prevedo che l'orientamento della maggioranza sarà repubblicano, ma il referendum renderà possibile di evitare lo sfaldamento di quei cattolici che preferiscono la Monarchia; contrariamente, questi si butterebbero con F. Lucifero o con Giannini, la cui stampa fa una corte spietata alla Chiesa: e prevarrebbero i socialcomunisti.\nTi rinnovo il mio pensiero: vorrei riabbracciarti quanto prima, gli amici ti accoglierebbero in trionfo; hai visto l'atteggiamento dell' O R ? Se preferisci rimanere fuori della lotta elettorale, come mi accennavi, gli amici freneranno il loro desiderio, augurandosi che qui non mi manchi almeno il tuo consiglio durante la Costituente che si radunerà entro giugno.\nQualunque sia la tua decisione, noi ti accoglieremo a braccia aperte. Ora il mio vivo ringraziamento per i sigari (Campilli) e le due maglie gialle, arrivate ultimamente; ma soprattutto per la tua amicizia ch'io e i miei affettuosamente e devotamente ricambiamo con ogni augurio di bene\ntuo Alcide\n"} |
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{"filename":"e2d5dc44-95c3-4139-94a2-d280723e5316.txt","exact_year":1947,"label":3,"year_range":"1946-1950","text":"Caro Togliatti,\nsubito dopo il nostro colloquio ti ho cercato invano telefonicamente, perché volevo dirti che nella rassegna dei dicasteri mi sono dimenticato di richiamare la tua attenzione sulla Postbellica che ritengo ministero da smobilitare e da sostituire in parte con organismo più semplice. Mi riservo di parlartene al nostro prossimo incontro, qualora tu non preferisca che ci vediamo prima.\nCordialmente\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"273e4ee0-6dc6-4b07-97e4-c2943142d6e9.txt","exact_year":1947,"label":3,"year_range":"1946-1950","text":"Caro Pertini,\nho letto con molto interesse il tuo articolo, per quello che dice e per quello che non dice. Mi pare di comprendere che tu mi pensi sopra tutto preoccupato della patria e questo tuo implicito riconoscimento mi fa grande piacere.\nFarò il possibile per non smentire la tua attesa\nCordialmente\nDegasperi\n\nOn Sandro Pertini\npr. Redaz. \"Lavoro\"\nGenova\n"} |
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{"filename":"2f20429f-8504-4585-9f43-1637ee1cab7b.txt","exact_year":1947,"label":3,"year_range":"1946-1950","text":"Roma\n\nCarissimo Cingolani,\nnel momento in cui lasci il Ministero della Difesa, desidero esprimerti i miei più sentiti ringraziamenti per l'opera da te svolta in quel Dicastero.\nL'attività instancabile con la quale ti sei dedicato al Ministero è stata molto proficua ed è valsa a superare le gravissime difficoltà perduranti per l'unificazione dei tre precedenti Ministeri Militari. E non minor merito hai acquisito galvanizzando con la tua giovanile passione non solo l'Amministrazione centrale e gli alti comandi, ma anche i comandi e i reparti periferici.\nTu sai, e non c'è bisogno che ti ripeta, quanto mi dispiaccia privarmi della tua collaborazione diretta nel Governo, e sai pure che tale rinuncia è una delle concessioni più gravi che abbiamo dovuto fare.\nE del resto una conferma ancora della tua sensibilità e della tua amicizia è stata la spontaneità con la quale hai voluto rendermi più agevole il compito di varare la nuova formazione governativa.\nPenso d'altra parte che l'esperienza da te compiuta nel decorso periodo possa essermi assai utile e sono sicuro di poter contare nel modo più completo ed assoluto sulla tua opera, sulla tua passione.\nÈ in questa intesa che io ti rinnovo il mio grazie e ti porgo il mio cordialissimo saluto, pegno dellla nostra antica, costante, sincera amicizia.\nDegasperi\n\n\nOn.le Mario CINGOLANI\nAssemblea Costituente\nROMA\n"} |
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{"filename":"ee58123b-0bfb-43a2-bca5-f474dd37fc84.txt","exact_year":1948,"label":4,"year_range":"1946-1950","text":"Roma\nCaro Nenni,\nho ricevuto la tua lettera del 31 dicembre u.s. ed ho gradito i tuoi auguri che, benché in ritardo, ti ricambio.\nCirca la richiesta della Signora Giuseppa Cangemi, da Palermo, Via Oreto 200, devo farti presente che i modesti fondi a mia disposizione per l'erogazione di sussidi e le numerose istanze che giornalmente pervengono, non mi consentono di venire incontro alle necessità di tanta povera gente se non in misura molto lieve.\nComunque, ho provveduto a fare inviare alla Cangemi un sussidio di lire duemila, che l'interessata riceverà tramite il Prefetto.\nCordiali saluti,\nDegasperi\n\nOn. Pietro NENNI\nCamera dei Deputati\nROMA\n"} |
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{"filename":"016d64bb-a05f-4c6f-9c72-ade001abc019.txt","exact_year":1948,"label":4,"year_range":"1946-1950","text":"Caro Saragat,\nabbiamo definito assieme le linee fondamentali del nostro schieramento nel manifesto del Governo recentemente pubblicato: tra esse abbiamo indicata come comune la direttiva di volgere ogni cura alla salvezza e al progresso delle classi popolari-lavoratrici e ceto medio.\nHo letto, quindi, con una certa sorpresa un articolo di presentazione del manifesto pubblicato dalla Umanità dell'II, nel quale copo un apprezzamento generico favorevole, si dice: \"La Democrazia Cristiana, quanto meno negli elementi che hanno sinora espresso in modo ufficiale la sua politica, si è troppe volte dimostrata e continua a dimostrarsi legata ad interessi ed ambienti dove si perseguono finalità molto lontane e non di rado opposte a quelle della classe lavoratrice italiana\".\nIn base a questa affermazione si conclude nel periodo seguente che per il perseguimento comune del cammino anche dopo le elezioni \"non c |
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{"filename":"2027a8a1-5ff6-4866-ada7-3cab058be2c8.txt","exact_year":1948,"label":4,"year_range":"1946-1950","text":"Roma\n\nAll'ON. PROF. LUIGI EINAUDI\nVice Presidente del Consiglio\nMinistro del Bilancio\n\nAL PROF. GUSTAVO DEL VECCHIO\nMinistro del Tesoro\n\nALL'ON. PROF. ANTONIO SEGNI\nMinistro dell'Agricoltura e Foreste\nROMA\n\nÈ stata richiamata la mia attenzione sulle condizioni degli Istituti di Credito Agrario, i quali attraverserebbero un periodo di gravi difficoltà finanziarie che non consentirebbero loro di fronteggiare gli impegni assunti.\nIn tale situazione essi si avvierebbero verso la liquidazione come è già avvenuto per l'Istituto Federale di Credito Agrario per la Liguria.\nPertanto, mi viene prospettata la impellente necessità della emanazione di un provvedimento che assicuri agli Istituti in questione la maggior parte dei mezzi liquidi, che è stata concretizzata nella cifra di dieci miliardi, che dovrebbero essere prelevati dai fondi provenienti agli aiuti dell'America.\nPoiché trattasi di un problema che investe uno dei più importanti settori della nostra economia, sarei del parere che esso venisse esaminato con la maggiore sollecitudine e risolto nel migliore dei modi.\nIn attesa di cortesi notizie al riguardo, invio cordiali saluti.\n\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"7950c372-3c08-49dd-bc7c-392d9b2b3aaf.txt","exact_year":1948,"label":4,"year_range":"1946-1950","text":"Caro Pacciardi,\nla tua lettera fa onore allo stile cavalleresco ed allo spirito democratico della tua coscienza politica: ma penso che il nostro comune impegno di portare la responsabilità di governo fino alla inaugurazione dei supremi organi della Repubblica ci imponga di riconsiderare la posizione di noi tutti, solo in quel momento e non prima; tanto più che il verdetto popolare fu chiaramente e globalmente favorevole all'indirizzo e alla impostazione dell'attuale Governo.\nTu, in particolare, hai il diritto e il dovere di prendere atto che la condotta del governo in materia di ordine pubblico, alla quale tu hai sostanzialmente contribuito, ha ottenuto nel responso elettorale i più larghi consensi.\nAssieme abbiamo sostenuto la responsabilità di un atteggiamento dettatoci dalla nostra coscienza civile e dagli interessi nazionali e internazionali d'Italia; assieme abbiamo combattuto e vinto la campagna elettorale; non sarebbe logico che ad una oscillazione dei voti si desse un significato che sarebbe evidentemente in contrasto col volere chiaramente manifestato dal corpo elettorale e, nella malevola interpretazione degli avversari si presterebbe a diminuire l'alto valore e il significato morale della partecipazione al Governo d l Partito Repubblicano da te così degnamente presieduto.\nBen volentieri colgo l'occasione per ringraziarti della tua cordiale e leale collaborazione e dell'accoglienza favorevole che, ne sono certo, vorrai dare a queste mie considerazioni.\naff.mo De Gasperi\n"} |
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{"filename":"0fe2f762-42d3-4d7c-a911-c489350176c8.txt","exact_year":1949,"label":4,"year_range":"1946-1950","text":"Nel nostro ultimo incontro non accennai al dispiacere da me provato per il tuo colloquio con S. Negro (Il Mondo, 19.2).\nAvviene qualche volta che io mi senta a disagio per tue affermazioni o critiche pubbliche, e mi proponga sul momento di venire a parlare. Ma poi la profonda riluttanza di bisticciarmi con un uomo, a cui dobbiamo tanto e che tanto apprezzo ed amo, finisce col prevalere e la unica conseguenza che rimane è quella di diradare le visite, contando sulla virtù sana e lubrificatrice del tempo.\nMa questa volta i tuoi sfoghi diventano operanti, perché vengono utilizzati dagli avversari. Meno male che tu dica che io manchi di sensibilità e preparazione per le cose dell'economia: ciò conferma l'opinione di chi, vedendomi impegnato a superare invece che acuire le varie opinioni economiche entro il Consiglio, ritiene che io non ne capisca niente; e questo specie quando il mio atteggiamento si risolve in compromessi contrari ai suoi interessi.\nMa quello che mi pare più pregiudizievole è quanto venne detto in confronto del Ministro Segni; perché non solo se ne sono impadroniti i tecnici o i cosiddetti tecnici agricoli, ma anche i periodici, che si occupano, in veste agraria, di elezioni regionali (cfr. Sardegna Agricola, 4 marzo). Anche oggi te ne scrivo non per formulare proteste o in attesa di spiegazioni: solo perché il mio tacere, non possa venire attribuito alla mia aperta insensibilità in cose economiche o in questioni di colleganza e solidarietà ministeriale.\n\nDe Gasperi\n"} |
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{"filename":"eaa75dd5-68d4-40e6-9c8b-e501ba5108cc.txt","exact_year":1949,"label":4,"year_range":"1946-1950","text":"Illustre amico, nessun conforto più generoso e più apprezzato del tuo; la tua magnifica lettera e la tua presenza mi sono di grande consolazione e mi da nno sicurezza in quest'ora di decisioni.\nObbligato e affez.\nAlcide Degasperi\n"} |
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{"filename":"6d2cac9a-8b80-4740-aeb2-66ccf8d160ef.txt","exact_year":1949,"label":4,"year_range":"1946-1950","text":"Caro Sforza,\nsecondo alcuni informatori giuliani con i quali ebbi contatti in questi giorni, la situazione della così detta Piccola Istria (zona B del Territorio Libero) si presenta come segue:\nL'opera di slavizzazione continua sistematicamente e inesorabilmente dovunque.\nTipica l'evoluzione di Capodistria.\nEssa contava nel 1945 8700 abitanti circa tutti italiani.\nOggi gli abitanti sono 10 mila e 600 di cui solo 2800 sono vecchi capoistriani, cioè italiani circa 2800 sono militari occupanti, collocati nelle caserme circa 1800 impiegati e impiegate slave nei pletorici uffici burocratici e qualche migliaio di popolazione inurbata dall'interno.\nHo visto una carta topografica della città che indica casa per casa lo spostamento della popolazione.\nLa macchia si allarga ormai in ogni direzione, di calle in calle.\nIn questa città e negli altri centri minori gli occupanti non si sentono più vincolati da alcuna norma di legge internazionale: gli imprigionamenti (50 anche recentemente a Buie), gli sloggi forzati le violazioni di proprietà e libertà sono quotidiane.\nA Trieste ogni tanto compaiono dalla zona B dei messaggeri di sventura che hanno nel volto e negli occhi l'impronta del terrore.\nÈ nota l'imposizione fatta agli operai che vengono a lavorare nelle officine di Trieste: ogni mese devono versare 10 mile lire accettando in cambio mille dinari (mentre sul libero mercato di Trieste il dinaro vale una lira).\nDappertutto, anche là dove prima non esistevano si impongono scuole elementari slave, così a Villanova, San Lorenzo di Daila, ecc.; i genitori italiani vengono forzati a mandarvi i figliuoli.\nNel settore ecclesiastico, la demolizione procede rapidamente.\nD'improvviso si cacciano frati e monache; il clero curato è vessato ed esposto ad ogni angheriatanto che ogni tanto qualche prete, dopo quattro anni di sofferenze, si presenta al Vescovo di Trieste dichiarando di non poter più resistere.\nD'altro canto è già noto che il Vescovo dopo l'oltraggio patito, non può più visitare la zona occupata dagli slavi, che la predicazione è controllata e oggetto di interventi polizieschi, che le associazioni cattoliche e perfino l'opera caritativa di S. Vincenzo sono interdette, che nelle scuole si sono introdotti dei testi atei che si sono istituiti dei cosiddetti collegi promiscui per ragazzi e ragazze dai 12 ai 17 anni, che diventano fatalmente centri di malcostume.\nNella stessa Capodistria, la Chiesa di San Giacomo è diventata un magazzino di tabacchi ed ad un altro magazzino venne adibita la Chiesa dell'Annunziata, il Convento dei Cappuccini serve di alloggio a privati e il Convento di S. Anna si sta trasformando in carcere.\nA tante sofferenze e a così generale angustia si è aggiunta in questi ultimi mesi la disperata impressione che si pensi di abbandonare agli slavi la zona B, in un compromesso che salvi all'Italia la città di Trieste.\nLa stampa di inglese ha coltivato tale voce e in Capodistria stessa recentemente il governatore Beltram avallò in un pubblico comizio tale diceria, dichiarando che l'Italia avrà Trieste ed un pezzo della Valle di Vipacco e il resto rimarrà alla Jugoslavia.\nI comunisti di Trieste (cominform) insistono nell'affermare che siffatto negoziato è già in corso, anzi segretamente concluso.\nAll'incontro esistono le mie dichiarazioni fatte a Trieste (dal Timavo a Quieto) le conferme pubbliche del generale Airey, le tre interviste, lo atteggiamento prudente, ma fermo della nostra diplomazia.\nSento ora dalla tua ultima che le nostre relazioni con Belgrado, peggiorano.\nDio lo sa perché!\nAbbiamo firmato il Trattato, senza avere ottenuta alcuna soddisfazione, dopo la formale violazione monetaria, se non si accetta per tale il colloquio Martino-Tito; eppure oggi gli slavi si comportano come creditori.\nIl condirettore del Giornale dell'Emilia ebbe revocato il permesso di visitare la Jugoslavia colla motivazione che \"ora, dopo due settimane, la situazione è mutata\", che cosa avviene veramente al di là della cortina?\nI miei informatori hanno l'impressione che Tito sia a terra.\nNon solo crescono i suoi nemici interni, ma la situazione economica e con ciò il regime minaccia di crollare per sostegno manco.\nE proprio così?\nNon lo so, ma è certo che pensano così anche al quartiere anglo-americano di Trieste.\nSi assicura che il prestito di 100 milioni di dollari stia per essere accordato comunque a Tito e rappresenti per lui, il solo scampo.\nIn tale situazione non avremmo nulla da dire, nulla da temere?\nComprendo che la pressione della Russia potrebbe rovesciare la situazione e in tale ipotesi la cosa dovrebbe considerarsi da un nuovo punto di vista.\nMa fuori da tale ippotesi non potremo farci sentire con gli Americani?\nSe è estremamente arduo e forse pericoloso affrontare il problema risolutivo del T.L.T. in questo momento l'atteggiamento della potenza occupante nella zona B non potrebbe essere oggetto di dibattito o di una inchiesta da parte dell'ONU, proposta da qualche stato nostro amico? (America Latina, Irlanda ecc.)?\nIn ogni caso, poiché, se ben ricordo tu hai già fatto attaccare il discorso colla diplomazia americana, bisognerebbe, a mio parere, riparlargliene con una certa forza, e secondo il favore delle circostanze.\nNaturalmente astraggo da qui qualsiasi considerazione di una possibile ora X che è ad ogni modo fuori dalla mia visuale odierna.\nTe ne ho voluto scrivere fin d'ora, anche prima di rivederci perché forse potrai farne parlare a Martino.\nDomani sarà qui Andreotti e stabilirò il programma della ripresa.\nAuguriamoci ancora qualche giornata buona; la auguro specialmente a te che l'hai doppiamente meritata, cordialmente tuo\n\nDe Gasperi\n"} |
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{"filename":"7c2e8a82-44fd-4270-b77d-0294a824ae60.txt","exact_year":1950,"label":4,"year_range":"1946-1950","text":"Roma\n\nCaro Conti,\nnaturalmente non mi è nemmeno passato per la testa che la tua interpellanza abbia lo scopo di crearmi difficoltà; come io stesso non avevo mai pensato di andare in Somalia senza l'autorizzazione del Parlamento.\nLe difficoltà sono nate, purtroppo, da opposte esigenze che, fino all'ultimo, ho tentato di conciliare onde presentare alla deliberazione delle Camere una situazione più definita.\nConfido che nella settimana ventura si possa convocare il Parlamento.\nNon mi pare, invece, giustificata la tua preoccupazione per la missione informativa ed esplorativa inviata in Africa. Essa non è autorizzata a concludere accordi o a compiere atti esecutivi della convenzione, ma solo a fare accertamenti e predisporre piani per il trapasso dei poteri, in attesa che il Parlamento abbia prese le sue decisioni.\nSiamo, dunque, nel campo degli atti preparatori che ricadono nella responsabilità del Governo.\nCordialmente.\nDegasperi\n\nOn. Avv. Giovanni CONTI\nSenato della Repubblica\nROMA\n"} |
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{"filename":"af1cbc16-d2f3-4f7d-b2b1-ada348dd4626.txt","exact_year":1950,"label":4,"year_range":"1946-1950","text":"Caro Carandini,\nrichiamandomi al nostro colloquio sono ora in grado di comunicarti che faremo ogni sforzo per appoggiare l'iniziativa da te presa per la pace a condizione che la manifestazione appaia e sia diretta dal Cime integrato e ricostituito in modo che vi siano rappresentate le correnti popolari più larghe e che essa al di là dei problemi strutturali punti sull'Europa Unita come baluardo di pace.\nSalva pure la vostra particolare presentazione che voi iniziatori farete nelle riunioni del 2 aprile ritengo che lo slogan da diffondersi tra il popolo per ottenere il consenso sia \"la pace nella Europa Unita\".\nBisogna semplificare e ridurreal minimo comune denominatore, altrimenti correremo il rischio di non riuscire.\nIn tal senso dovrebbe suonare il manifesto comune definitivo.\nSento che hai preso l'iniziativa di una convocazione del Cime e sarò lieto di saperne l'esito.\nTuo cordialmente\nDe Gasperi"} |
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{"filename":"45ab55a3-e541-45ce-9523-38b32ee406ae.txt","exact_year":1951,"label":4,"year_range":"1951-1955","text":"Caro Sforza,\nprima di tutto ti raccomnado di ristabilirti completamente e di non muoverti prima di essere stabilito.\nAlla nostra età non bisogna rischiare il prolungarsi di una influenza noiosa.\nSe non puoi me la caverò alla meglio al Senato e mi manderai i tuoi suggerimenti.\nIn quanto al Convegno italo-francese sta bene: ma forse un documento all'ONU ci si potrebbe aggiungere.\nIntanto gli uffici potranno abbozzare e poi vedremo.\nSe occorre farò una scappata sino a costà.\nSpagna?\nNon sarebbe opportuno già domani deliberare di inviare l'Ambasciatore salvo a stabilire il nome quando rientri?\nIo avrei sempre preferenza per il nome che ti dissi.\nAttendo domani un tuo telegramma.\nCordialmente.\nAuguri ed ossequi alla Contessa\nIn fretta tuo Alcide De Gasperi\n"} |
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{"filename":"deb68dad-f3f8-419a-b598-901027b9f982.txt","exact_year":1951,"label":4,"year_range":"1951-1955","text":"Roma\n\nCaro Cingolani,\nricevo l'ordine del giorno del Gruppo Senatoriale e la tua lettera accompagnatoria. Sono grato al Gruppo per la comprensione che esso dimostra della presente situazione e per l'adesione che esso conferma alle comuni direttive politiche e, sopra ogni cosa, per l'impegno rinnovato da tutti i Senatori di contribuire al successo della prossima battaglia elettorale.\nTi prego alla prima riunione di voler comunicare a tutti l'espressione fraterna della mia riconoscenza.\nCirca gli appunti fatti alla procedura che dovetti seguire, ritengo che se fossi stato presente in una o l'altra delle tre riunioni, avrei potuto spiegare in modo soddisfacente le ragioni della soluzione e della fretta.\nComunque, prima dell'apertura del dibattito, o durante il suo corso, sono sempre a disposizione.\nParticolarmente grato anche per la tua personale cortesia credimi\n\ntuo aff.mo\nDe Gasperi\n\nP.S.- Il C.A.M. del Partito ha sollecitato la nomina del Sottosegretario alle Pensioni.\n\nOn. Sen. Mario CINGOLANI\nCapo del Gruppo Senatoriale D.C.\nPalazzo Madama\n- Roma -\n"} |
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{"filename":"4a8191d0-355e-4dff-b8ad-5d90d711c07a.txt","exact_year":1952,"label":4,"year_range":"1951-1955","text":"Caro Andreotti,\ncom’era prevedibile Gonella trova estremamente penoso il fatto che il vostro giornaletto sia comparso, senza ch’egli ne fosse menomamente avvertito, e proprio mentre aveva sollecitato e in parte ottenuto la collaborazione vostra alla rivista del partito che appunto ha lo scopo di fungere da centro.\nIn verità ecco un’altra circostanza che aumenta la discrasia. Quando diventerete saggi, v’accorgerete che avevo ragione; ma sarà tardi.\nDe Gasperi\n"} |
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{"filename":"00eb6ccd-aa40-4880-984f-bc3b0ec334dd.txt","exact_year":1952,"label":4,"year_range":"1951-1955","text":"PER IL SOTTOSEGRETARIO ANDREOTTI\n\nLa stampa pubblica che Nenni avrebbe scritto all'on. De Gasperi una lettera per invitarlo ad esaminare con lui le \"nuove prospettive\" circa i rapporti con l' U.R.S.S.\nSe siamo bene informati il senso della lettera di Nenni è molto più modesto. Egli pensa che le sue impressioni di viaggio potrebbero completare le informazioni del Ministro degli Esteri, pure, come egli stesso aggiunge \"senza modificarne la linea politica\".\nNon si tratta quindi, come si vede, di un desiderio imbarazzante e ha fatto gran torto all'on. Nenni, chi, per un errato parallelo storico, ha ricordato il precedente di Togliatti di ritorno da Belgrado.\nDe Gapseri .\n"} |
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{"filename":"844463d9-94db-40bf-aa9b-bf47bcef1b12.txt","exact_year":1953,"label":4,"year_range":"1951-1955","text":"Caro Gonella,\nmi pare che l’abbozzo del Comunicato sia congruo.\nMa ora bisogno che la Direz. alla quale passo la proposta risponda. Se ben ricordo, tu ti sei già riferito a una vostra decisione, che cioé l’immissione di una certa rappresentanza di un partito, tanto più se essa trova difficoltà di collegamento, avrebbe l’aspetto di un trucco per girare agli ostacoli, senza dire che non si potrebbe attuare senza raffrontare e sincronizzare programma e linea di condotta. In realtà non si potrebbe parlare di \"indipendenti\", ma di qualunquisti immessi. Se riuscissero, sorgerebbe poi il problema del loro collocamento fra i gruppi. Per queste e molte altre ragioni credo che dopo aver preso atto della proposta Giannini che egli fa anche per correttezza, dovreste dichiarargli che accettereste la sua personale candidatura come indip., lasciandogli anche piena libertà alla Camera. Vedi tu la forma migliore che lo disimpegni da un certo obbligo morale verso i suoi camerati. Ti invio il tutto, tranne gli amuleti, che mi pare abbiano scaramanzia personale.\nCord.\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"5643084b-b206-4812-8c7a-a38817973e64.txt","exact_year":1953,"label":4,"year_range":"1951-1955","text":"Hai fatto bene a raccogliere i tuoi discorsi, così pieni di fatti, e validissimi ed attuali sempre.Questo è socialismo costruttore e mobilissimo, in ciò che il mobilismo costituisce una virtù, cioè nell'adattamento alla flessibilità della vita collettiva, e salva l'immobilità della tendenza finalistica.\nCome puoi immaginare, sono molto preoccupato per l'indomani. Ho sfuggito tutti i contatti: solo Romita mi ha raggiunto nel transatlantico per confermarmi la sua amicizia e Nenni mi ha rincorso per dirmi: Bisogna, ci vediamo.\nVedersi perché? Il colloquio è inutile, quando manca il coraggio dell'azione.\nPrevedo tempi duri e battaglie aspre. Per fortuna, per parlare con Nenni, siamo fideisti, cioè abbiamo una fede che non vacilla e non chiede alla vita che, per naturale corso, va verso la fine, ulteriori soddisfazioni. Ne ho avute già troppe, perfino quella di una dimostrazione a controprova della bontà della riforma elettorale proposta.\nDunque arrivederci, caro Lombardo, e conservami la tua affettuosa amicizia. Ossequi anche da Francesca alla tua gentile signora.\n\nTuo Degasperi\n\nSella\n"} |
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{"filename":"52d6e116-9fe6-49d8-9152-76dad1adce26.txt","exact_year":1953,"label":4,"year_range":"1951-1955","text":"In risposta alla Sua del 19.9 mi limiterò a dire che l'idea merita di essere considerata. Conoscerà certo l'Istituto di Bruges che ha questo specifico carattere. Si tratta di mezzi. Non so però se l'immagine di fortificazioni confinarie s'attagli alla funzione europeista.\nCord.\nDegasperi\n"} |
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{"filename":"4ae47bec-e078-45b6-bef3-52f9d0fb9b2a.txt","exact_year":1954,"label":4,"year_range":"1951-1955","text":"Roma\n\nCredo opportuno informare sullo stato presente delle conversazioni preliminari.\nFra poco dovrebbero riunirsi i rappresentanti dei 4 per siglare un accordo programmatico che fatta eccezione di alcune poche formule, dovrebbe già ora essere definitivo.\nIn direzione del PSDI, riunitasi fino alle 15, si sono rivelate alcune perplessità circa i partecipanti. La maggioranza ritiene indispensabile l'inclusione dell'On. Gronchi. Perciò l'On. Saragat venne da me alle 16,30 per avere assicurazioni. Io dichiarai, come capo del partito D.C., che non avrei obiezioni all'inclusione di Gronchi, qualore l'incaricato intendesse proporlo per la nomina. Saragat ha rilevato che probabilmente Gronchi aspirerebbe agli Esteri e che la sua accettazione sarebbe più facile, se l'incaricato fossi io stesso. In quanto a quest'ultima circostanza feci tutte le mie riserve, ma evitai ogni dichiarazione esplicita per non complicare.\nColgo però l'occasione per dire che tanto io che i miei amici hanno e abbiamo molte obiezioni contro un eventuale incarico, preoccupati sopratutto della sorte del partito.\nSe mai ce ne fosse bisogno, preghi anche Lei il Pres . a scegliere fra gli altri designati dalla D.C.\n\nsuo D.G.\n"} |
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{"filename":"9f653479-32b4-4cc4-90e8-a4e72b89ed6a.txt","exact_year":1954,"label":4,"year_range":"1951-1955","text":"Caro Beppino,\nla mia indisposizione stamane m'ha ripreso alquanto fortemente. Se non è proprio necessario, è meglio che mi riguardi e stia a letto. Scusatemi; certo, dato l' o.d.g., la mia assenza non vi recherà nocumento.\nPer il modo di votazione, come ti dissi, mi rimetto alle vostre decisioni, nella supposizione certa che la Presidenza del Congresso, prima del passaggio al voto, darà modo ai candidati – se lo crederanno – di fare riserve o dichiarazioni.\nMi pare ovvio che in base alle regole vigenti, ogni cambiamento di sistema rimane, per il C.N., escluso.\nCon molti saluti e rinnovate scuse a tutti gli amici\n\nCordialmente Degasperi\n\nP.S. Puoi assicurare che nelle prossime settimane mi dedicherò con impegno a preparare la relazione per il Congresso.\n"} |
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{"filename":"bb6f4971-9a71-4f5c-8719-84ca90d0a0e6.txt","exact_year":1954,"label":4,"year_range":"1951-1955","text":"Caro Andreotti,\nmi felicito per il suo volumetto interessante e garbato che ricorda, antichi e ancora candidi tempi. L’ho letto in un fiato perché la cura mi costringe a molta immobilità. Sarà un successo, certamente. Mi rallegro per Lei e meno per l’editore, che da quando imperversa sul Borghese è molto antipaticamente ostile.\nMolti auguri per il suo viaggio in America. Già, avremmo tante cose da dirci cogli americani, ma pare che non riprendiamo più il filo.\nMi creda suo\nAff.mo Degasperi\n\nSella di Valsugana\n"} |
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